Massimo Giletti senza freni durante la puntata di Cartabianca andata in onda ieri 15 giugno su Rai3. Ospite di Bianca Berlinguer, dopo aver discusso con Massimo Galli e Antonio Padellaro sulla campagna vaccinale, Giletti si è lasciato andare ad alcune pesanti dichiarazioni. In particolar modo si è detto deluso dell’atteggiamento di alcuni suoi colleghi che, dopo circa un anno in cui si trova sotto scorta, non gli hanno inviato neanche un messaggio. “Sono amareggiato perché all’inizio soprattutto mi aspettavo qualche segnale dai colleghi più vicini, almeno un messaggio di quelli banali.. da Lilli Gruber, Giovanni Floris o Corrado Formigli“, ha esordito.
Poi ha aggiunto: “Se non lo sentono fanno a bene a non farlo. Ma è un segnale della solitudine in cui vivi, queste cose qua uno non le dimentica. Faccio i nomi perché me li chiedono continuamente. Perché devo essere ipocrita? Non mi interessa dell’sms che non arriva, ma se non fossi rimasto solo nella battaglia contro la scarcerazione dei mafiosi, non sarei diventato un obiettivo. Se uno non sente di mandare un messaggio, non lo mandi”. “In pratica da tutta La7”, ha affermato la conduttrice. E lui subito: “No, Myrta Merlino e Enrico Mentana mi hanno sostenuto“.
Poi la padrona di casa: “Ti stai preparando per tornare in Rai?“. Ma lui non si è esposto più di tanto e ha detto: “Quattro anni sono un ciclo importante, non so cosa farò domani. Sono a fine contratto, ma non è questione di contratto. Ho bisogno di stare sereno e tranquillo, sono stati 2 anni molto duri per me. La Rai? Dico una cosa seria e serena, Cairo mi ha dato una libertà pazzesca in questi anni. Da me c’è una dialettica forte, devi avere un grande editore dietro. Non so se certe battaglie riesci a farle sempre e in ogni posto”. “La Rai sarebbe contenta? Non andrei di martedì…”, ha concluso ironicamente, facendo riferimento allo stesso giorno in cui va in onda proprio Cartabianca.