La spaventosa dinamica della strage della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, descritta tante volte a parole, è immortalata in un video registrato dalle telecamere di sorveglianza e pubblicato in esclusiva da Tg3 e Tg La7. La cabina numero tre dell’impianto a fune, intorno a mezzogiorno di domenica 23 maggio, si trova a qualche metro dalla stazione di arrivo. All’improvviso, con un movimento quasi fluido, si rovescia su se stessa: precipita a velocità folle per un centinaio di metri, scarrucola all’altezza dell’ultimo pilone e precipita nel vuoto. Sullo sfondo le acque del lago Maggiore. Altre immagini mostrano una persona in attesa nella stazione, che osservando il disastro, in preda al panico, si precipita di corsa fuori dalla struttura.
La pubblicazione del video è stata definita illegittima e inopportuna dalla procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, che conduce le indagini sull’incidente. Nonostante le immagini siano atti “non più coperti da segreto in quanto noti agli indagati”, scrive il magistrato in una nota, ne è “comunque vietata la pubblicazione anche parziale” ai sensi dell’articolo 114, comma 2 del codice di procedura penale, “trattandosi di atti relativi a procedimento in fase di indagini preliminari“, che dunque non potrebbero essere riportati integralmente sugli organi di stampa. “Ancor più del dato normativo – prosegue Bossi – mi preme sottolineare la assoluta inopportunità della pubblicazione di tali riprese “per il doveroso rispetto che tutti, prati processuali, inquirenti e organi di informazione, siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famiglie, al cordoglio di una intera comunità”.
Al Tg3 un documento esclusivo della cabina della funivia del Mottarone, prima della caduta, agli atti dell’inchiesta sul disastro costato la vita a 14 persone. Le immagini per il loro contenuto potrebbero urtare la sensibilità di alcuni pic.twitter.com/en6MHCfS00
— Tg3 (@Tg3web) June 16, 2021
A far precipitare la vettura l’effetto combinato della rottura della fune traente e della disattivazione del sistema frenante d’emergenza per mezzo di “forchettoni” che bloccavano le ganasce. Gli indagati per omicidio colposo, al momento, sono il gestore dell’impianto Luigi Nerini, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo operativo del servizio Gabriele Tadini. Nelle prime ore di mercoledì i Carabinieri di Verbania, coordinati dalla procuratrice Bossi e dal sostituto Laura Carrera, si sono presentati nella sede della Leitner, la società incaricata della manutenzione dell’impianto, per acquisire i documenti relativi agli interventi svolti negli ultimi anni.