Secondo quanto rivelato dalla Gazzetta di Reggio, il tentativo di comunicazione risale al periodo in cui la 18enne era in protezione dopo aver denunciato i genitori per il tentativo di nozze forzate
“Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu“. E’ questo il testo di un sms che Nazia Shaheen avrebbe scritto alla figlia Saman Abbas nei giorni in cui la ragazza pakistana era in comunità. A rivelarlo è La Gazzetta di Reggio: il messaggio, secondo il quotidiano locale, risale al periodo in cui la 18enne, sparita da oltre un mese, aveva denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio forzato.
Saman Abbas l’11 aprile scorso ha lasciato il centro per ritornare a casa e secondo gli inquirenti è stata uccisa. La madre della ragazza è indagata assieme al padre Shabbar – entrambi latitanti, si troverebbero in Pakistan – per omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq (latitante, si presume in Europa, con lo zio) e Ikram Ijaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio scorso mentre tentava di raggiungere la Spagna.
Intanto continuano le ricerche nelle campagne di Novellara (Reggio Emilia), fra le serre e i campi di cocomeri che circondano la cascina dove viveva e lavorava la famiglia di Saman Abbas. Anche nelle ultime ore sono stati fatti dei carotaggi metro per metro in alcune serre, poi verificati dai cani. Domani si riprende, anche perché il lavoro da fare, vista la grandezza del terreno, è ancora molto e non è semplice cercare il corpo senza un’indicazione precisa, che si sperava che arrivasse dall’unico degli accusati attualmente in carcere, ma interrogato, si è avvalso della facoltà di non rispondere.