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Eriksen, parla Gianluca Gazzoli: “Vivo con un defibrillatore nel petto. Christian non potrà più giocare a livello agonistico”

di F. Q.

“Appena ho visto le immagini in tv di quello che era successo avevo capito che il problema poteva essere quello che ho avuto anche io“. Così Gianluca Gazzoli, speaker di Radio Deejay a FQMagazine: nel libro ‘Scosse’ ha raccontato dell’importanza del suo defibrillatore sottocutaneo. “Il cuore sotto sforzo e la corsa, poi il crollo – spiega – L’intervento miracoloso e tempestivo del compagno di squadra, dei medici che subito gli hanno fatto il massaggio cardiaco e hanno usato il defibrillatore. Se nelle visite mediche fatte in precedenza a Eriksen non era saltato fuori nulla vuol dire che c’era ancora qualcosa sotto che prima di allora nessuno aveva notato. È stato fortunato. Purtroppo non potrà più giocare a livello agonistico anche dopo l’intervento: le regole in questo sono ferree e nessun medico si assumerebbe questa responsabilità così grande. Bene che lui abbia comunque accettato di operarsi, anche perché non è obbligatorio farlo ma di fatto è un salva vita. Questo comunque è un messaggio importante per tutti coloro che hanno avuto paura a fare questo tipo di operazione perché lo ritengono invasivo, come è anche importante sottolineare la prevenzione e la presenza di defibrillatori in posti strategici nei posti di lavoro e in città”.

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Lo scorso 6 maggio Gazzoli è stato ospite del talk Programma condotto da Claudia Rossi e Andrea Conti e ha raccontato in diretta della sua vita con un defibrillatore impiantato nel petto. La sua è una storia che fa pensare ad Eriksen: “Dopo diversi esami si è deciso che Christian dovrà avere un ICD (defibrillatore cardiaco) – si legge in comunicato diffuso stamattina a proposito del calciatore – Questo dispositivo è necessario dopo un attacco cardiaco causato da aritmia. Christian ha accettato la soluzione e il piano è stato inoltre confermato da specialisti nazionali e internazionali, che raccomandano tutti lo stesso trattamento. Incoraggiamo tutti a rispettare la privacy e la serenità di Christian e la sua famiglia”. Gianluca sa bene cosa vuol dire: una vita al massimo e di corsa, proprio come il suo cuore che però ha fatto i capricci quando aveva 15 anni. Aritmie ventricolari di grave entità che gli facevano esplodere il petto quando faceva si sforzava.

Il cuore raggiunge un numero elevatissimo di battiti al secondo fino a fermarsi completamente, per poi riprendere dopo pochi istanti. Una situazione che allo stremo può portare alla morte. Unica soluzione possibile impiantare nel petto un defibrillatore che con delle scariche elettriche riporta il cuore al ritmo giusto, ogni volta che si verifica una accelerazione impazzita. Per diciassette anni però Gianluca non ha fatto parola con nessuno né con gli amici del suo adorato basket né quando ha intrapreso la carriera di speaker. Nell’intervista a Programma ha parlato anche di Davide Astori e di come poteva essere salvato. Nasce così il libro “Scosse” (VivaVoce-Mondadori).

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