Dopo essere entrato negli uffici, uno dei due uomini ha inveito contro il personale con minacce e percosse, al fine di ottenere le chiavi di un'ambulanza per poi mettersi alla guida e allontanarsi, seguito dal complice in scooter. Ma una volta tornati all'indirizzo del parente che aveva avuto un malore questi era stato già soccorso dai sanitari del 118
Rubano un’ambulanza per soccorrere un parente. E’ successo nel quartiere San Giovanni a Teduccio, a Napoli dove due uomini hanno sequestrato un’ambulanza della Croce Rossa per portare in ospedale un loro familiare. I due aveva già chiesto l’intervento del 118, ma hanno poi deciso di non aspettare e recarsi nella sede della Croce Rossa. Una volta sul posto, uno avrebbe atteso fuori in sella ad un scooter, mentre l’altro sarebbe entrato negli uffici e avrebbe costretto il personale a farsi consegnare le chiavi del mezzo. I due sono stati poi identificati e fermati grazie alle immagini della videosorveglianza.
Secondo il racconto del presidente della Croce Rossa di Napoli, Paolo Monorchio presente sul posto, dopo essere entrato negli uffici, l’uomo ha inveito contro il personale con minacce e percosse, al fine di ottenere le chiavi di un’ambulanza per poi mettersi alla guida e allontanarsi, seguito dal complice in scooter. Ma una volta tornati all’indirizzo del parente che aveva avuto un malore, questi era stato già soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in ospedale. A quel punto ai due hanno abbandonato l’ambulanza e sono scappati.
Gli agenti hanno trovato l’ambulanza nello stesso quartiere dopo 40-50 minuti di ricerche, mentre i due uomini sono stati poi rintracciati e bloccati dalla polizia grazie al sistema di videosorveglianza della sede della Croce Rossa. Subito dopo il furto, infatti, il presidente della Croce Rossa di Napoli aveva subito allertato le autorità. Con l’accusa di rapina in concorso, gli agenti hanno disposto l’arrestato. “Si è superato il limite della decenza – ha commentato Monorchio – mai, finora, era capitata una cosa simile. Molti dipendenti sono ancora spaventatissimi. Il rispetto delle regole, in certi quartieri, è una chimera. Siamo spaventati ma anche molto stanchi di questi comportamenti”.