A oltre due anni dalla chiusura indagini con quasi 100 indagati, solo 18 degli 87 imputati per voto di scambio dalla Procura di Termini Imerese sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Valeria Gioeli. Escono dal procedimento in 69 e in particolare Mario Caputo, fratello di Salvino attuale parlamentare di Forza Italia, l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro e il deputato nazionale della Lega Alessandro Pagano, oltre all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro.

Erano tutti accusati di avere cercato di condizionare il voto comunale nel paese a 30 chilometri da Palermo e le elezioni regionali che si sono svolte nel 2017.
A queste ultime consultazioni era candidato Mario Caputo. Secondo la procura di Termini, il fratello Salvino, ex sindaco di Monreale e molto più noto come politico, avrebbe fatto credere di essere lui il candidato, per raccogliere più voti. Cosa che, secondo la procura, avrebbe costituito un inganno ai danni degli elettori, condizionando la loro libertà di voto. Tra i 18 rinviati a giudizio c’è anche Salvino Caputo, andato a processo però per un solo capo di imputazione relativo a una turbativa d’asta, e l’ex sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta (che si era dimesso), anche lui solo per un capo di imputazione. Le accuse di voto di scambio sono cadute. “La Corte di Cassazione e la Cedu – dice l’avvocato Salvino Caputo – hanno stabilito che non possono essere utilizzate le intercettazioni disposte in un’altra inchiesta. In questo caso le intercettazioni erano state richieste per l’inchiesta sui furbetti del cartellino. Il giudice le ha dichiarate inutilizzabili”.

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