La vaccinazione eterologa – il mix di Astrazeneca e Pfizer o Moderna decisa dopo i casi trombosi in giovani donne – da qualche ora è realtà e negli hub vaccinali vengono registrate pochissime defezioni. Un bene per la campagna vaccinale che deve proseguire, ma non tutta la comunità scientifica approva questo nuovo corso. Anche perché gli studi citati dalla autorità sanitarie – uno dal Regno Unito, tre dalla Germania, uno dalla Spagna – non sono stati “ancora validati. Ci deve essere un sostegno dei dati: qui sono pochi, raffazzonati, trovati all’ultimo momento per giustificare una reazione emotiva” dice Massimo Clementi, professore ordinario e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Lo scienziato è tra coloro che vede nel mix vaccinale un cedimento alle emotività e allo stesso tempo una sorta di salto nel buio e da qualche giorno sul suo profilo Facebook critica questa scelta definendola una “schifezza” e sostenendo che non “sia serio trasformare i vaccinandi in soggetti che sperimentano”.
Al momento esistono appunto cinque analisi sulla vaccinazione eterologa che sostengono che il mix è sicuro ed efficace. Quello inglese con 830 partecipanti (Astrazeneca/Pfizer) ha concluso che la frequenza degli eventi avversi lievi è più alta e che ulteriori studi dovranno valutare l’utilizzo di Moderna e Novavax (ancora da approvare); lo studio tedesco delle Università di Hannover e Ulm che ha coinvolto 129 partecipanti ha concluso che “inequivocabilmente che il gruppo” che ha ricevuto la seconda dose di Biontech/Pfizer “ha mostrato risposte immunitarie più forti”, un’altra ricerca tedesca degli atenei di Ulm e Gottinga ha analizzato i dati di 26 partecipanti (tra i 25 e i 46 anni), il terzo studio tedesco (Charité – Universitätsmedizin Berlin) ha riguardato 340 operatori sanitari e lo studio studio spagnolo con 676 partecipanti cura dell’Istituto Sanitario Carlos III ha concluso che somministrare il vaccino anti-covid di Pfizer come seconda dose a persone che hanno ricevuto la prima di AstraZeneca è sicuro e aumenta la risposta immunitaria. Tranne lo studio inglese nessuna di queste analisi è stata pubblicata su una rivista che prevede la revisione.
Professor Clementi la vaccinazione eterologa è un errore?
Non voglio fare confusione, né polemiche. Secondo me non si deve decidere emotivamente e queste decisioni vanno più incontro all’emotività del momento che alla razionalità scientifica. Quello che difendo è la scientificità delle scelte e questa è una scelta poco basata sulla scienza: non si è seguito ciò che normalmente viene fatto in un processo registrativo. Bisogna valutare i dati e i dati sono pochi. Certo c’è un problema di un milione di persone da vaccinare, ma se si fosse programmato, e questo una nazione lo deve fare, di vaccinare i giovani con i vaccini a Rna, ora non ci sarebbero questi dubbi che pervadono tutti e non si sarebbe raffreddato quell’entusiasmo che io ho visto nei ragazzi che aderivano. La loro immunizzazione sarebbe stato un grosso vantaggio per il paese a settembre: il virus non sarebbe circolato in una fascia di semi adulti che invece rischiano di infettarsi, anche se non gravemente, ma che sono importanti per la diffusione.
Ma le autorità citano diversi studi tra cui uno inglese pubblicato su The Lancet e uno spagnolo di pochi giorni fa
Lo studio inglese che mi citava è fatto sugli individui (830 persone, ndr) di oltre 50 anni e quindi non credo che sia paragonabile a quello che è il nostro obiettivo. Quello spagnolo è in fase 2, ancora non sappiamo cosa ne verrà fuori. Gli altri non sono stati revisionati.
Lei parla di emotività, però con l’ampliarsi del numero di somministrazioni di Astrazeneca ci sono stati casi gravi di trombosi
Se si fosse ritenuto davvero importante vaccinare i giovani, e secondo me lo è tanto importante quanto vaccinare i fragili e gli anziani, non si capisce perché lo abbiano fatto con Astrazeneca destinato alla fascia più anziana della popolazione. Bisognava vaccinare con Pfizer e Moderna e non ci sarebbero state questi casi. Invece si è fatta questa scelta probabilmente per smaltire le dosi di Astrazeneca accumulate. Altrimenti non riesco a capire la logica.
È contrario su tutta la linea?
Non ci sono i numeri, non ci sono le validazioni cliniche, non ci sono dossier che hanno portato a validare la vaccinazione eterologa versus quella omologa facendo vedere che è più efficace, è meno rischiosa. Quello che contesto non è la sostanza della decisione, che potrebbe anche essere giusta, ma il fatto che c’è un percorso regolatorio per i farmaci. Adesso si è stravolta questa regola. Cosa diremo se per caso ci dovessero essere casi che finiscono male? Dopo questa scelta chi ne risponde il vaccino a vettore virale o quello a Rna messaggero? Ci sono tanti elementi che non mi fanno stare bene con la mia coscienza. Io ho sempre ragionato con la scienza. Quando vedo che si fanno scelte, anche a fin di bene, che non tengono conto della evidenza scientifica allora dico che non va bene. Non rinuncio a dire la mia opinione. Le regole devono essere rispettati da tutti. Servono più numeri, più dati, studi comparativi fatti in cieco (quindi per misurare effetto placebo) come si è fatto per tutti i vaccini. Checché se ne dica mancano gli studi.
La sua, però, sembra una battaglia solitaria
Non è così, il biologo Enrico Bucci ha espresso perplessità e anche il capo del programma di vaccinazione in Israele. Ci vogliano i dati, poi con dati si approva tutto. Per me va bene anche mezzo vaccino di uno tipo e mezzo di un altro.
I casi di trombosi indotta da vaccino sono emersi solo quando la platea si è ampliata, è possibile che succeda anche con la vaccinazione eterologa?
Questo mix non è certificato da nessun ente. Se lo dicesse l’Ema lo sosterrei, ma così non va bene.
L’Aifa ha dato via libera
L’Aifa non l’Ema. L’Aifa applica in Italia quello che a livello europeo è gestito da Ema.
I vaccini a vettore virale come Astrazeneca hanno anche un altro importante limite: il fatto che con più dosi si sviluppino gli anticorpi contro il vettore
Sì è vero, questo è un problema. Per questo molti, compreso me, avevano pensato che erano stati bravi i russi a usare due vettori virali diversi poi però hanno fallito in altri ambiti e il loro vaccino non va bene.
In tutto questo mancano ancora 3 milioni di over 60 da immunizzare
Vanno informati, vanno convinti e capire se questa reticenza è dovuta a cattiva informazione o sfiducia.
Come si può fare?
Bisognerebbe fare quello è stato fatto a suo tempo per l’infezione da Hiv, io ero un giovane medico e giravo anche per le scuole per informare i ragazzi. Non c’erano farmaci e avere una diagnosi era una condanna a morte. Era tutto basato sull’informazione. I ragazzi capivano. Non avevamo armi come Sars Cov 2 prima dell’ingresso dei vaccini. Io penso che questo bisognerebbe fare: informazione. Andare casa per casa e convincerli e penso che il commissario Figliuolo lo stai facendo.