Nel bilaterale di Barcellona i due leader non hanno discusso solo di immigrazione: al centro dei colloqui anche le strategie europee per la ripresa post-Covid e la campagna vaccinale mondiale. "I nostri due Paesi devono agire da alleati, non da competitor. Così saremo più forti"
Migranti, ripresa, vaccini e ruolo da svolgere all’interno dell’Unione europea. Sono questi i temi principali trattati da Pedro Sanchez e Mario Draghi nel corso dell’incontro bilaterale che si è tenuto a Barcellona. Un faccia a faccia dal quale è uscito prima di tutto un appello ai governi dei Paesi membri per maggiore solidarietà su un tema caro a Italia e Spagna e attualmente in discussione in sede di Consiglio Ue: quello delle migrazioni. “Alle porte del prossimo Consiglio europeo condividiamo la richiesta urgente all’Europa di giungere a una risposta comune alla sfida dell’immigrazione, bilanciando i principi di umanità, solidarietà e responsabilità condivisa. È necessario tenere in conto la visione dei Paesi di primo ingresso”, hanno ricordato i due leader.
Quello dell’immigrazione è infatti un tema che interessa e, allo stesso tempo, preoccupa non poco i due capi di governo. Dai prossimi incontri a Bruxelles non uscirà alcuna soluzione che possa diventare operativa nel corso di quest’estate, con gli sbarchi che stanno tornando a salire. Mentre da parte del blocco di Visegrad e di alcuni Paesi del nord si continua a fare muro contro la richiesta di maggior condivisione da parte dei Paesi del sud Europa, il nuovo Patto sulle migrazioni proposto dalla Commissione Ue è considerato insufficiente dall’Italia, come più volte ribadito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Vincenzo Amendola.
Il capo dell’esecutivo spagnolo ha poi ricordato l’importante ruolo svolto da i due Paesi nel contesto europeo, con la necessità di agire sempre da alleati e mai da competitor per potersi garantire una maggiore influenza al tavolo negoziale: “L’accordo sui fondi del Next Generation Eu oggi non sarebbe una realtà senza il contributo e l’accelerazione di questo dibattito che hanno intrapreso i governi di Spagna e Italia nei momenti difficili e oscuri della pandemia”, ha detto per esempio Sanchez aggiungendo che “insieme siamo più forti”. Una posizione sposata anche dal presidente del Consiglio italiano che ha poi aggiunto che “il Sure (lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza, ndr), l’ho già detto, dovrebbe diventare una caratteristica permanente del nostro sistema del mercato di lavoro europeo. È stato un primo passo e può diventare fondamentale, sono certo che abbiamo identità di vedute su questo argomento”.
Sanchez ha insistito sulla necessità di una vera e propria alleanza a livello europeo, sostenendo che “se l’asse franco-tedesco è considerato come un polmone che soffia aria verso il progresso europeo, la nostra alleanza può essere considerata il cuore del progetto europeo, perché siamo in grado di far battere il continente al ritmo di iniziative che nascono proprio dalle grandi similitudini fra i nostri due Paesi”. Una capacità di influenza che può essere esercitata anche al di fuori dei confini di Bruxelles, ad esempio all’interno del G20, sfruttando la presidenza italiana: “La presidenza italiana del G20 – spiegano fonti italiane – è un’opportunità per Spagna e Italia di collaborare”.
Tema inevitabile anche quello del progresso della campagna vaccinale europea e mondiale per cercare di uscire il prima possibile dall’incubo della pandemia, evitando il rischio di ricadute dovute alla nascita di nuove varianti del virus. E proprio a questo proposito, i due leader hanno concordato sulla necessità che i vaccini siano distribuiti in tutti i Paesi del mondo il più rapidamente possibile.