Dopo un interrogatorio andato avanti per 9 ore, il tatuatore fiorentino, Francesco Lupino ha confessato l’omicidio di Khrystyna Novak, la 29enne ucraina scomparsa nel Pisano il 2 novembre 2020. Il 51enne è stato prelevato dal carcere dove si trova dal marzo scorso con l’accusa di omicidio volontario e portato in questura, dove è avvenuto l’interrogatorio disposto e condotto dal pm Egidio Celano. In presenza del suo avvocato, l’uomo ha ammesso di aver ucciso la donna e si è detto disponibile a collaborare per ricostruire quello che manca della complessa indagine. “Volevo punire lei e il fidanzato” ha detto, anche se il movente non è ancora del tutto chiaro.
La 29enne era scomparsa la notte tra l’1 e il 2 novembre, ma il suo corpo è stato ritrovato sette mesi più tardi – a maggio 2021 – tra la vegetazione in un casolare abbandonato, nella zona di Orentano, località di Castelfranco di Sotto (Pisa). Il corpo della giovane era avvolto con del cellophane e chiuso con del nastro adesivo. Proprio in quella zona la donna viveva insieme al fidanzato di origini spagnole, Airam Gonzalez Negrim. Secondo quanto confessato da Lupino, il compagno della donna era un suo ex socio in affari per traffico di droga. Gonzalez Negrim era stato infatti arrestato perché accusato di diversi reati, tra cui porto abusivo d’arma e munizioni, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e dal carcere avrebbe indicato Lupino come suo complice.
La donna e il compagno pensavano al matrimonio. Il corpo di Novak, in stato di decomposizione, è stato infatti riconosciuto dall’anello che le aveva regalato proprio il fidanzato e che lei portava non all’anulare, ma al dito medio. Poco distante dal luogo del ritrovamento del cadavere, nel canale Imparale, è stata rinvenuta anche una pistola in mezzo al fango. Secondo la ricostruzione degli investigatori della squadra mobile della questura pisana, Novak è stata ferita con due colpi di pistola: a sparare è stato Lupino che si è poi disfatto del corpo nascondendolo nel casolare a circa un paio di chilometri dall’abitazione della giovane ucraina. Le ipotesi degli inquirenti hanno ora trovato conferma nella confessione del 51enne.