Cinque euro all’ora contro 9 o 10. Ottocento euro lordi al mese contro i 1.300 previsti dal gradino più basso del contratto nazionale trasporti e logistica, che salgono anche a 1.800 – al netto dei premi di produzione – per chi ha maggiori qualifiche ed esperienza. Ci sono questi numeri, e la difesa di diritti acquisiti con fatica, dietro la nuova ondata di proteste e scioperi organizzati in tutta Italia dai Si Cobas, sfociati a Tavazzano in pesanti scontri su cui indaga la procura di Lodi e a Biandrate nella morte del sindacalista Adil Belakhdim, investito da un camion che ha forzato il blocco davanti al deposito Lidl. Da quando il sindacato intercategoriale si è affermato nel settore, le condizioni di lavoro e salariali nei magazzini in cui è la sigla più rappresentativa sono migliorate di gran lunga. Risultati che sono andati di pari passo con un forte aumento delle iscrizioni a scapito dei confederali e, in diversi casi, un’escalation di tensione con i big della logistica per cui gli hub lavorano. In parallelo si è mossa anche la magistratura, con inchieste eclatanti come quelle che hanno portato al commissariamento di Ceva Logistics Italia nel 2019 e più di recente al sequestro da 20 milioni a carico di Dhl Supply Chain Italy. Dimostrazione che il Far West delle cooperative spurie e del dumping salariale è tutt’altro che superato, in un settore che occupa 1 milione di persone.
“Nel 2012-2013 le condizioni nel settore erano schiavistiche“, racconta Tiziano Loreti del Si Cobas Bologna. “In molte cooperative si lavorava 14-15 ore al giorno a 700-800 euro e i faccini dormivano in macchina o direttamente nel magazzino. E’ in quel momento che abbiamo iniziato a fare una battaglia per i salari e i diritti“. Vuol dire pretendere il passaggio da contratti pirata o ccnl famigerati come il “multiservizi” o il “servizi fiduciari” (che prevedono paghe addirittura di 3,50 euro l’ora) a quello della logistica. E poi negoziare sui buoni pasto – “siamo arrivati a 8 euro, quando arriviamo in un nuovo magazzino li facciamo alzare gradualmente, subito a 5,90 e poi 7″ -, sul pagamento al 100% della malattia, su ferie e Tfr, sui premi di produzione, sull’assunzione a tempo indeterminato dopo 18 mesi di precariato. “In pochi anni abbiamo almeno raddoppiato gli stipendi. Nell’hub Tnt di Bologna, dove abbiamo una maggioranza schiacciante, oggi i lavoratori prendono anche 1800-1900 euro con orari normali, non 13 ore. E se ci sono picchi di produzione si contratta, come abbiamo fatto l’anno scorso per affrontare il rischio contagio. Ma in altri magazzini che sono stati aperti all’Interporto c’è chi si ferma ancora a 700-800 euro e magari fa straordinari non pagati“. Condizioni simili a quelle descritte ora dai lavoratori del centro logistico Lidl di Biandrate, che al fattoquotidiano.it hanno riferito di “straordinari assegnati come fossero un premio, per chi corre come un matto e non fa storie, abbassa la testa”.
I Si Cobas, nati nel 2010, chiamano in causa non solo i committenti (“nessuno è innocente”) ma anche Cgil, Cisl e Uil, che non hanno saputo o voluto intercettare le esigenze delle migliaia di lavoratori stranieri attivi nel settore, i più soggetti al ricatto dei contratti da pochi euro l’ora. E ora – come successo nel sito FedEx-Tnt di Padova – sono accusati di accettare accordi al ribasso con l’effetto collaterale di ridurre la presenza di lavoratori iscritti alla sigla più “conflittuale”. “Hanno scelto prima la concertazione e ora la cogestione: si siedono con i padroni e decidono cosa fare, hanno espunto il conflitto dal loro vocabolario mentre per noi è l’essenza della contrattazione“, continua Loreti. “Portiamo legalità, contratti decenti, stipendi importanti soprattutto perché parliamo molto spesso di famiglie monoreddito: è chiaro che questo per i committenti (i big della logistica che possiedono o prendono in affitto i magazzini ndr) è un problema. Sono interessi contrapposti”. La politica? Immobile, al netto delle “lacrime di coccodrillo che tutti versano oggi, a partire da Draghi. Ma sono mesi che aspettiamo che il ministro Giorgetti ci incontri al Mise sul caso della chiusura dell’hub FedEx di Piacenza. Quanto al ministro del lavoro Orlando, ci ha visti solo quando è stato costretto perché abbiamo occupato la sede del Pd”.
Proprio da Piacenza Mohamed Arafat, coordinatore provinciale Si Cobas e membro della segreteria nazionale, che è stato tra i fermati per le proteste e i picchetti precedenti la chiusura del sito di Piacenza, aggiunge un altro tassello: “Noi siamo riusciti in molti casi a cambiare situazioni di evasione totale, con pagamenti in contanti e busta paga in cui il lavoratore figurava in aspettativa…ma abbiamo pagato con denunce e repressioni. Ma si continuano a fare passo indietro: il rinnovo del Contratto nazionale della logistica firmato dai confederali è peggiorativo, tra il sesto e il quinto livello di inquadramento ne è stato aggiunto uno intermedio che allunga da 18 mesi a tre anni i tempi per salire di grado e avere l’aumento orario. La vacanza contrattuale è poco più di 200 euro e gli scatti di anzianità ridicoli”. E c’era proprio quell'”accordo bidone”, insieme alla richiesta di un tavolo di trattativa sui licenziamenti Fedex-Tnt, tra i punti al centro della mobilitazione indetta per oggi da Si Cobas, Adl Cobas e Usb Logistica. Adil Belakhdim, che aveva lavorato alla Tnt di Peschiera Borromeo e ora era in distacco sindacale, era a Biandrate per partecipate il picchetto davanti al magazzino Lidl. In un audio inviato giovedì sera invitava gli altri a partecipare per poi spostarsi a Roma per la manifestazione di sabato.
Lavoro & Precari
Logistica, per cosa lottano i Si Cobas: “Nei magazzini in cui siamo più forti gli stipendi sono raddoppiati in pochi anni. E più diritti”
Il sindacato intercategoriale nato nel 2010 ha spesso ottenuto, a colpi di picchetti e scioperi, l'applicazione del contratto nazionale della logistica che prevede un minimo di circa 1300 euro lordi. E poi buoni pasto più alti, premi di produzione, malattia, Tfr. "Nell'hub Tnt di Bologna, dove abbiamo una maggioranza schiacciante, i lavoratori prendono anche 1800-1900 euro", racconta Tiziano Loreti. "In altri magazzini all'Interporto c'è chi si ferma ancora a 700-800 euro e magari fa straordinari non pagati". Nel mirino anche i confederali e l'accordo "bidone" sul rinnovo del ccnl
Cinque euro all’ora contro 9 o 10. Ottocento euro lordi al mese contro i 1.300 previsti dal gradino più basso del contratto nazionale trasporti e logistica, che salgono anche a 1.800 – al netto dei premi di produzione – per chi ha maggiori qualifiche ed esperienza. Ci sono questi numeri, e la difesa di diritti acquisiti con fatica, dietro la nuova ondata di proteste e scioperi organizzati in tutta Italia dai Si Cobas, sfociati a Tavazzano in pesanti scontri su cui indaga la procura di Lodi e a Biandrate nella morte del sindacalista Adil Belakhdim, investito da un camion che ha forzato il blocco davanti al deposito Lidl. Da quando il sindacato intercategoriale si è affermato nel settore, le condizioni di lavoro e salariali nei magazzini in cui è la sigla più rappresentativa sono migliorate di gran lunga. Risultati che sono andati di pari passo con un forte aumento delle iscrizioni a scapito dei confederali e, in diversi casi, un’escalation di tensione con i big della logistica per cui gli hub lavorano. In parallelo si è mossa anche la magistratura, con inchieste eclatanti come quelle che hanno portato al commissariamento di Ceva Logistics Italia nel 2019 e più di recente al sequestro da 20 milioni a carico di Dhl Supply Chain Italy. Dimostrazione che il Far West delle cooperative spurie e del dumping salariale è tutt’altro che superato, in un settore che occupa 1 milione di persone.
“Nel 2012-2013 le condizioni nel settore erano schiavistiche“, racconta Tiziano Loreti del Si Cobas Bologna. “In molte cooperative si lavorava 14-15 ore al giorno a 700-800 euro e i faccini dormivano in macchina o direttamente nel magazzino. E’ in quel momento che abbiamo iniziato a fare una battaglia per i salari e i diritti“. Vuol dire pretendere il passaggio da contratti pirata o ccnl famigerati come il “multiservizi” o il “servizi fiduciari” (che prevedono paghe addirittura di 3,50 euro l’ora) a quello della logistica. E poi negoziare sui buoni pasto – “siamo arrivati a 8 euro, quando arriviamo in un nuovo magazzino li facciamo alzare gradualmente, subito a 5,90 e poi 7″ -, sul pagamento al 100% della malattia, su ferie e Tfr, sui premi di produzione, sull’assunzione a tempo indeterminato dopo 18 mesi di precariato. “In pochi anni abbiamo almeno raddoppiato gli stipendi. Nell’hub Tnt di Bologna, dove abbiamo una maggioranza schiacciante, oggi i lavoratori prendono anche 1800-1900 euro con orari normali, non 13 ore. E se ci sono picchi di produzione si contratta, come abbiamo fatto l’anno scorso per affrontare il rischio contagio. Ma in altri magazzini che sono stati aperti all’Interporto c’è chi si ferma ancora a 700-800 euro e magari fa straordinari non pagati“. Condizioni simili a quelle descritte ora dai lavoratori del centro logistico Lidl di Biandrate, che al fattoquotidiano.it hanno riferito di “straordinari assegnati come fossero un premio, per chi corre come un matto e non fa storie, abbassa la testa”.
I Si Cobas, nati nel 2010, chiamano in causa non solo i committenti (“nessuno è innocente”) ma anche Cgil, Cisl e Uil, che non hanno saputo o voluto intercettare le esigenze delle migliaia di lavoratori stranieri attivi nel settore, i più soggetti al ricatto dei contratti da pochi euro l’ora. E ora – come successo nel sito FedEx-Tnt di Padova – sono accusati di accettare accordi al ribasso con l’effetto collaterale di ridurre la presenza di lavoratori iscritti alla sigla più “conflittuale”. “Hanno scelto prima la concertazione e ora la cogestione: si siedono con i padroni e decidono cosa fare, hanno espunto il conflitto dal loro vocabolario mentre per noi è l’essenza della contrattazione“, continua Loreti. “Portiamo legalità, contratti decenti, stipendi importanti soprattutto perché parliamo molto spesso di famiglie monoreddito: è chiaro che questo per i committenti (i big della logistica che possiedono o prendono in affitto i magazzini ndr) è un problema. Sono interessi contrapposti”. La politica? Immobile, al netto delle “lacrime di coccodrillo che tutti versano oggi, a partire da Draghi. Ma sono mesi che aspettiamo che il ministro Giorgetti ci incontri al Mise sul caso della chiusura dell’hub FedEx di Piacenza. Quanto al ministro del lavoro Orlando, ci ha visti solo quando è stato costretto perché abbiamo occupato la sede del Pd”.
Proprio da Piacenza Mohamed Arafat, coordinatore provinciale Si Cobas e membro della segreteria nazionale, che è stato tra i fermati per le proteste e i picchetti precedenti la chiusura del sito di Piacenza, aggiunge un altro tassello: “Noi siamo riusciti in molti casi a cambiare situazioni di evasione totale, con pagamenti in contanti e busta paga in cui il lavoratore figurava in aspettativa…ma abbiamo pagato con denunce e repressioni. Ma si continuano a fare passo indietro: il rinnovo del Contratto nazionale della logistica firmato dai confederali è peggiorativo, tra il sesto e il quinto livello di inquadramento ne è stato aggiunto uno intermedio che allunga da 18 mesi a tre anni i tempi per salire di grado e avere l’aumento orario. La vacanza contrattuale è poco più di 200 euro e gli scatti di anzianità ridicoli”. E c’era proprio quell'”accordo bidone”, insieme alla richiesta di un tavolo di trattativa sui licenziamenti Fedex-Tnt, tra i punti al centro della mobilitazione indetta per oggi da Si Cobas, Adl Cobas e Usb Logistica. Adil Belakhdim, che aveva lavorato alla Tnt di Peschiera Borromeo e ora era in distacco sindacale, era a Biandrate per partecipate il picchetto davanti al magazzino Lidl. In un audio inviato giovedì sera invitava gli altri a partecipare per poi spostarsi a Roma per la manifestazione di sabato.
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Paura in Verona-Fiorentina: Kean si accascia in campo, è in ospedale. Poco prima una botta al volto
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.