Stupratore seriale e carabiniere. La sentenza di condanna è diventata definitiva e quindi si sono spalancate le porte del carcere per Dino Maglio, originario del Salento, già in servizio nella stazione di Teolo, in provincia di Padova. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato contro le sentenze di primo e secondo grado che avevano inflitto una pena di 9 anni e 8 mesi per aver stuprato cinque ragazze straniere e per averne intontite con la droga altre nove. Le aveva attirate nel bed & breakfast e lì aveva abusato di loro. Ma era accusato anche di tentata concussione perché aveva abusato del proprio ruolo militare per indurre tre delle vittime a tacere.
Secondo quanto è stato ricostruito dalle indagini, trovando conferma nel processo, Maglio adescava le ragazze on line, attraverso il sito di couchsurfing, dove veniva pubblicizzato il bed&breakfast che gestiva nel quartiere padovano dell’Arcella. In primo grado la condanna era stata di 12 anni e 8 mesi, poi la Corte d’appello di Venezia l’aveva ridotta, con uno sconto di tre anni. É questa la sentenza diventata definitiva.
Maglio ha atteso la sentenza ai domiciliari, ma è previsto il trasferimento nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nel suo passato un precedente specifico. Nel 2015 era stato condannato per stupro di una liceale australiana a sei anni e sei mesi. Da quella vicenda erano scaturiti gli altri episodi, avvenuti tra il 2013 e il 2014. Maglio utilizzava lo schermo dell’attività di affittacamere per entrare in contatto con le ragazze, scelte tra studentesse straniere in vacanza in Italia. A mettere in fila i diversi episodi ha contribuito un sito di giornalisti investigativi, l’Irpi, che nel 2014 aveva scovato nel web i racconti di ragazze che avevano raccontato l’esperienza di cui erano state vittime nel b&b in Italia.
I giornalisti avevano raccolto un dossier di cui si è poi occupato il sostituto procuratore Giorgio Falcone. Il magistrato ha rintracciato le ragazze, ordinando accertamenti in Polonia, Canada, Portogallo, Usa, Repubblica Ceca e Germania. Soltanto cinque di loro avevano ricordato la violenza subita. Le altre, invece, rammentavano il vino offerto da Maglio, che le aveva fatte addormentare. All’interno aveva diluito del benzodiazepine.
In Tribunale a Padova aveva detto: “Non sono un mostro. Le ragazze si sono influenzate tra loro attraverso una chat. Una si è pure fatta pagare da una televisione americana per rilasciare un’intervista. La verità è che si sono ubriacate da sole. Su di me hanno realizzato anche un cartone animato”. In Corte d’appello l’ammissione che gli è valsa uno sconto di tre anni: “Mi scuso per quello che ho fatto, ero in un periodo difficile perché ero stato appena lasciato dalla mia ragazza”.