di Mario Moretti,
portavoce dell’
Unione Giovani di Sinistra

Gentile Direttore,

è ora di dire basta a questa favola che i media mainstream ci raccontano. Storielle umilianti, umilianti per un’intera generazione il cui futuro è stato svenduto a favore dello sfruttamento e del mercato globalizzato.

In questi giorni, sui grandi giornali di regime la voce è unica: gli imprenditori non trovano dipendenti a causa del reddito di cittadinanza, i giovani sono sfaticati e i sussidi statali vanno aboliti. La questione che voglio porre è la seguente: se un giovane o un disoccupato preferisce il reddito di cittadinanza a un lavoro senza diritti e con salario da fame, dovremmo colpevolizzarlo perché rivendica condizioni di vita dignitose?

I vari ‘datori di lavoro’ ripetono ossessivamente che ‘il lavoro nobilita l’uomo’, ma non sanno cosa significhi sopravvivere con 800 euro al mese e turni disumani, cui noi under 35 siamo abituati ormai da anni.

Preferiamo ricevere un sussidio, piuttosto che essere sfruttati. Rivendichiamo condizioni lavorative migliori e salari che ci consentano di vivere al meglio. Pretendiamo che i giovani non siano visti semplicemente come manodopera, ma come custodi del futuro. Quale futuro può avere una nazione che vede i giovani come scansafatiche sul divano senza arte né parte?

Come se non bastasse, un’altra umiliazione cui siamo costretti è quella di doverci sorbire le lezioni di gente nata ricca, con la presunzione di volerci insegnare il duro lavoro. Guido Barilla che ci spiega come metterci in gioco (facile parlare se sei un ereditiero il cui unico merito è stato quello di nascere ricco). Briatore afferma che senza il ricco il povero non mangia (una narrazione classista schifosa e arrogante, che non merita neppure commenti). Tutti uniti con un unico scopo: eliminare le ultime forme di welfare in Italia per destinare quei fondi in sussidi alle imprese.

Ci raccontano che solo attraverso l’impresa si può creare lavoro. Peccato che, nonostante i miliardi di incentivi alle imprese, per ogni 10 lavoratori sia disponibile solamente un posto di lavoro. Peccato che, nonostante anni in cui dicevano che dovevamo abituarci alla flessibilità, ci siamo abituati solamente a salari da fame e precarietà senza fine.

Gli under 35 di questo Paese sono stanchi. Sentono il fuoco della frustrazione nel petto e ogni giorno si sentono chiamati “incapaci” dai media e dagli imprenditori. Io, nel mio piccolo, vorrei dire che magari, i veri incapaci sono proprio gli imprenditori che non vogliono pagarci. Gli incapaci sono quei ristoratori che vorrebbero dei camerieri per 700 euro al mese con turni da 12 ore. Incapaci sono coloro i quali hanno ricevuto miliardi di euro in incentivi e hanno sfruttato migliaia di ragazze e ragazzi con la scusa dei tirocini/stage gratuiti.

La mia generazione, fieramente, rivendica condizioni di lavoro dignitose, la fine di uno sfruttamento durato per troppo tempo. Insomma, vogliamo iniziare a pretendere il futuro che ci è stato sottratto. Quindi, come prima cosa, consiglierei a chiunque si lamenti del reddito di cittadinanza e dei giovani di cominciare a pagare meglio i propri dipendenti. Perché alle vostre condizioni disumane che volete imporci, noi non ci stiamo.

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