Serve un nuovo Statuto dei lavoratori, perché oggi i “lavoratori precari, sottopagati, sotto ricatto” sono “una realtà con la quale fare i conti”. Il giorno dopo la morte di Adil Belakhdim, sindacalista Si Cobas investito e ucciso da un camion nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, l’ex premier Giuseppe Conte in un messaggio su Facebook chiede che si ponga rimedio a “un generale imbarbarimento delle condizioni di impiego”. Conte parla da leader in pectore del Movimento 5 stelle e chiarisce: “Se qualcuno pensa che si possa accettare un ritorno allo sfruttamento, ai ricatti e al caporalato deve fare i conti con il M5s“.
“No, non si può morire come Adil mentre si lotta per i propri diritti“, scrive l’ex premier su Fb. “Non si può essere aggrediti durante un presidio, come è successo ad alcuni lavoratori della logistica settimane fa“, aggiunge Conte. Il caso di Biandrate – il camionista, un 25enne della provincia di Caserta, è accusato di omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso – arriva infatti a pochi giorni dagli scontri al presidio dei lavoratori della logistica di Lodi. “Sui luoghi di lavoro si registra un generale imbarbarimento delle condizioni di impiego rispetto al quale non possiamo più girarci dall’altra parte“, si legge nel post.
“Noi crediamo a un nuovo Statuto delle imprese, per le quali è oggi necessario semplificare e creare condizioni di sviluppo e crescita. Ma pretendiamo anche un nuovo Statuto dei lavoratori“, aggiunge poi Conte. “Se qualcuno pensa che si possa accettare un ritorno allo sfruttamento, ai ricatti e al caporalato deve fare i conti con il M5S. Se qualcuno pensa che la ripresa produttiva non possa prescindere dal sacrificio di lavoratrici e lavoratori, dei diritti sindacali di base – allora fa parte del problema e non della soluzione”, sottolinea il leader in pectore del M5s. “Mettiamoci subito tutto l’impegno – prosegue – Il lavoro non è una concessione elargita dall’alto, né un totem a cui rimanere asserviti restando ‘zitti e buoni‘”. “Il lavoro è un diritto, è il fondamento della nostra Repubblica: ricordiamolo a chi pensa di poter riportare indietro le lancette della storia”, conclude Conte.
Dopo l’episodio di ieri, i sindacati hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata di venerdì e anche per oggi (sabato) e domenica. “Non è possibile morire mentre si esercita il diritto costituzionale ad esprimere la propria opinione e non si devono mai mettere lavoratori contro lavoratori. Il diritto di manifestare è sacrosanto e ogni atto di violenza va condannato”, hanno scritto Filcams-Cgil e Filt-Cgil, Fisascat-Cisl e Fit-Cisl e Uiltucs e Uiltrasporti che, “in attesa che la giustizia faccia chiarezza su quanto accaduto”, chiedono “un intervento forte, anche a livello istituzionale, per affermare legalità e diritti in un mondo che troppo spesso li ignora”. “Nella logistica si stanno verificando troppi episodi d’intimidazione e di violenza, che mettono seriamente in discussione le libertà sindacali. E questo avviene in un settore, dove anche per effetto del ricorso ad appalti e sub appalti, e dell’applicazione di contratti pirata, i diritti e le tutele fondamentali dei lavoratori sono continuamente calpestati, in un clima spesso da Far West”, ha avvertito ieri anche il leader della Cgil, Maurizio Landini. Il premier Mario Draghi ha chiesto che “si faccia subito luce sull’accaduto”.