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Camminare alla ricerca di erbe: ecco come riconoscere quelle giuste e come utilizzarle

Le giornate estive diventano l’occasione per camminate salubri alla ricerca di erbe molto interessanti. Ecco una piccola guida su quali trovare e come utilizzarle 

di Vita&Salute per il Fatto

Se con la complicità della stagione vi sentite spinti a fare qualche escursione in più immersi nella natura, provate a unire i benefici di questo movimento fisico con la passione per la raccolta di erbe e piante officinali. Per farlo, è indispensabile avere tanta curiosità ma anche preparazione e attrezzatura adeguate.

Come prepararsi
Prima di tutto, la prudenza nella scelta delle erbe officinali non è mai troppa. È facile imbattersi in piante dalla morfologia simile ma tossiche per l’uomo. Se siete alle prime esperienze come raccoglitori di erbe, fatevi accompagnare da una guida esperta o da un’erborista. Anche una buona guida botanica può essere un ottimo punto di partenza per prepararsi alla raccolta. In commercio se ne trovano diverse tipologie: dalle più semplici, con foto e disegni raffiguranti le principali caratteristiche distintive della pianta, a quelle più complesse basate sul raggruppamento delle erbe in famiglie botaniche. Per i novelli raccoglitori, meglio optare per una guida ben illustrata che faciliti la scelta. Poi occorre considerare un’attrezzatura di base da portare con sé.

La raccolta
Il terreno in cui avviene la raccolta è molto importante! Prati o aree verdi vicini a strade trafficate, discariche, aree agricole a coltura intensiva non sono sicuri: la contaminazione con sostanze tossiche può avvenire anche nel raggio di diversi metri dalla fonte inquinante. Preservare l’habitat naturale delle piante è fondamentale per consentire la riproduzione delle specie vegetali, soprattutto di quelle a crescita spontanea. Lasciare sempre intatti sul terreno di raccolta alcuni esemplari e tagliare le parti della pianta ad almeno 10 cm dal terreno permette la ricrescita di nuovi germogli. Inoltre non è consigliabile raccogliere frutti e foglie in cui sono presenti macchie o parassiti, potrebbero alterare anche il resto del raccolto. Le giornate soleggiate sono ideali per raccogliere le erbe poiché la scarsa presenza di umidità favorisce una buona conservazione delle parti recise; al contrario, la raccolta dopo una pioggia abbondante o nelle giornate uggiose non è consigliata poiché aumenta il rischio di sviluppare muffe e marciume.

Il periodo di raccolta varia anche in base alla parte della pianta che si intende utilizzare. Per esempio è preferibile raccogliere radici e rizomi quando la pianta è in piena quiescenza, quindi in autunno o all’inizio della primavera, mentre la stagione primaverile è ottimale per la raccolta di foglie, gemme e fiori. Durante l’estate si può continuare la raccolta dei fiori, con l’accortezza di selezionare sulla pianta quelli che non hanno completato la fioritura, e raccogliere i frutti che hanno completato la maturazione.

La conservazione

La pulitura del raccolto dovrebbe essere effettuata con un panno inumidito o un brevissimo lavaggio sotto l’acqua corrente. Mettere a bagno fiori e foglie potrebbe danneggiarli e impoverirli dei principi attivi. Il metodo più efficace per conservare un’erba officinale è senz’altro l’essicazione effettuata in luoghi ombrati e ben areati. Se desideriamo essiccare più velocemente il raccolto l’ideale è impiegare l’essiccatore che consente la disidratazione delle parti raccolte in modo ottimale. In alternativa possiamo utilizzare il forno di casa ma facendo attenzione a non superare mai i 60°C. I contenitori migliori per la conservazione sono quelli di latta poiché proteggono le erbe essiccate da luce, umidità e variazioni di temperatura. È possibile comunque impiegare i classici barattoli di vetro avendo l’accortezza di tenerli in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore.

Consideriamo ora le piante che si possono trovare in questo periodo.

Achillea

Se stiamo camminando su un terreno incolto è facile individuare i capolini bianchi o rosati dell’Achillea millefolium radunati in una tipica forma a ombrello denominata corimbo. Il nome della specie, millefoglie, deriva dalle caratteristiche foglie pennate ricche di numerose piccole foglioline che si sviluppano lungo una nervatura centrale. La fioritura avviene da giugno a ottobre rendendo così possibile più raccolte. Grazie all’elevato contenuto di flavonoidi e all’olio essenziale ricco di azulene e camazulene, due principi attivi ad azione antiflogistica, il decotto dei fiori di achillea può essere impiegato per impacchi lenitivi in caso di ragadi, emorroidi, ulcere cutanee e piccole ferite. L’achillea possiede, inoltre, qualità antispasmodiche utili per cicli mestruali dolorosi e crampi addominali. I preparati a base di questa pianta, come l’estratto fluido, la tisana e la tintura madre, sono ottimi digestivi e regolatori delle secrezioni gastriche e biliari.

Iperico

Conosciuta nella cultura popolare come Erba di San Giovanni, l’Hypercum perforatum colora i prati estivi con le sue infiorescenze gialle. La raccolta dei fiori avviene, infatti, secondo alcune tradizioni regionali il 24 Giugno, festa di S. Giovanni. I fiori sono caratterizzati da stami numerosi e lunghi quanto i petali. Le foglie sono piccole, di forma ovale, con tipiche ghiandole traslucide visibili in controluce da cui deriva il nome della specie perforatum. Il fitocomplesso dell’iperico, formato dai principi attivi ipericina e iperforina, è stato molto studiato negli ultimi anni per le sue proprietà antidepressive. L’estratto secco di iperico viene impiegato per contrastare depressione e insonnia grazie all’azione stabilizzante del fitocomplesso sulla serotonina, l’ormone regolatore dell’umore. Attenzione però alle possibili attività antagoniste della pianta con farmaci anticoagulanti e con i meccanismi con cui l’organismo smaltisce i farmaci. L’oleolito dei fiori di iperico possiede elevate proprietà emollienti e cicatrizzanti molto efficaci nel trattamento di scottature, piaghe e pelle disidratata.

Malva

Durante una passeggiata primaverile su un prato erboso è facile incontrare i tipici fiori violacei con striature alla base della Malva sylvestris. Le foglie con contorno pentagonale la distinguono dal “cugino” botanico malvone (Althea rosea). Grazie all’elevata quantità di mucillagini contenute nelle sommità fiorite e nelle foglie, la malva svolge un’azione emolliente del tratto gastrointestinale. Queste componenti, unite a principi attivi con proprietà antinfiammatorie, denominati malvina e malvidina, calmano dolori intestinali e contrastano efficacemente la stitichezza stimolando la peristalsi. Nelle affezioni respiratorie lo sciroppo di malva aiuta a lenire la gola irritata dalla tosse. La malva è largamente impiegata anche nella cosmesi come antinfiammatorio a uso topico per alleviare la pelle arrossata e stressata.

Melissa

L’aroma di limone delle foglie di Melissa officinalis è un tipico tratto distintivo di questa pianta medicinale. Che cresce spontaneamente lungo i corsi d’acqua e nelle zone campestri in cui fiorisce all’inizio dell’estate, mostrando i suoi piccoli fiori di colore bianco-giallastri. La sua azione emolliente del tratto gastrointestinale è legata alla presenza di flavonoidi e triterpeni attivi anche nelle preparazioni più semplici come l’infuso. Le proprietà sedative del sistema nervoso centrale vengono impiegate insieme ad altre erbe con azione sinergica come la Valeriana officinalis e la Camomilla matricaria nei casi di difficoltà del sonno e agitazione. L’uso esterno della melissa è consigliato nei casi di infiammazione delle gengive o delle mucose grazie alle qualità antinfiammatorie dell’olio essenziale presente nei capolini fioriti. Da ricordare infine che, per tutte le indicazioni e usi terapeutici, le possibili sinergie e antagonismi con altri farmaci, è bene sempre confrontarvi con il vostro medico di fiducia.

Gli strumenti da preparare
L’attrezzatura base del raccoglitore di erbe comprende:
– guanti per proteggere le mani dal terreno impervio o da eventuali spine. L’impiego dei guanti è raccomandato anche in caso di piccoli tagli o infiammazioni cutanee delle mani e per preservare l’epidermide da eventuali infezioni o per non compromettere l’igiene delle piante raccolte;
– forbici e coltello sono essenziali per la raccolta. Le forbici più indicate, e più facili da utilizzare, sono quelle multilama che permettono di recidere rami e fiori senza fare uno sforzo eccessivo. Il coltello multiuso è il classico modello consigliato ma anche la tipologia a lama singola, come quello che utilizziamo in cucina, può andare bene;
– sacchetti di carta per alimenti utili per conservare le erbe officinali fino al rientro a casa e permettere di fare traspirare il raccolto; oppure sacchetti in cotone o lino che evitino l’eccessiva sudorazione di fiori e foglie.

Il nostro ricettario

Risotto alle erbe malva e melissa

Con 200 g (dosi per 4 persone) di fiori e foglie di malva e melissa potete condire un risotto in modo sano e naturale. Il procedimento di cottura delle erbe può essere sia a vapore, lessando semplicemente in acqua le erbe per 5 minuti, sia con un soffritto a base di cipolla e carota. A metà cottura del risotto si possono aggiungere le erbe e ultimare la cottura. Mantecate con abbondante parmigiano e aggiungete come tocco finale qualche fiore fresco di malva.

Frittata con achillea

Le foglie di achillea si prestano molto bene per una gustosa frittata vegetale. Sono sufficienti 6 foglie di achillea e 2-3 rametti di finocchietto selvatico aggiunti alle uova sbattute per gustare un secondo piatto di facile preparazione. L’olio d’oliva come base di frittura può essere arricchito da uno spicchio d’aglio. Un pizzico di sale e pepe renderà ancora più gustosa la frittata.

Oleolito di iperico

Questo oleolito dalle proprietà lenitive e cicatrizzanti può essere impiegato da solo o divenire un’ottima base per creme emollienti. Lasciate in infusione per 40 giorni in luogo fresco e asciutto 400 g di fiori di iperico in 500 ml di olio di oliva. Trascorso il tempo di posa filtrate l’oleolito. Acquistando in farmacia una confezione di crema base, risulta un composto adatto per l’autoproduzione di creme ed emulsioni: aggiungendo 2 cucchiai di oleolito di iperico a 100 g di crema base, otterrete una crema personalizzata.

Sciroppo di malva

Lo sciroppo di malva si prepara utilizzando il decotto della radice (50 g) lasciato macerare per una giornata intera. Dopo aver filtrato il decotto in un recipiente adatto, aggiungete 200 g di miele come amalgamante e agitate il composto. Questo sciroppo è utile in caso di tosse e influenza per lenire la gola arrossata.

Articolo di Michela Clemente

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