Luigi Di Maio rilancia Chiara Appendino. Il ministro degli Esteri condivide su facebook il video della sindaca di Torino nel quinto anniversario della sua elezione e di suo pugno scrive: “Brava Chiara Appendino! Cinque anni di impegno per la città e di risultati concreti. A questa esperienza si deve dare continuità, da certi traguardi non si può tornare indietro. Il tuo lavoro è sotto gli occhi di tutti e noi sosteniamo la tua azione amministrativa con la massima convinzione. Forza”.
Un post che da più parti viene interpretato come una spinta verso la ricandidatura, proprio nei giorni in cui sembra continuare il pressing sulla prima cittadina di Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi Appendino aveva confermato l’intenzione di non ricandidarsi. “Non è cambiato nulla rispetto a queste settimane. Giuseppe Conte aveva posto già settimana fa il tema della continuità e non è un fatto nuovo. Detto questo noi stiamo continuando con i nostri due candidati e speriamo di poter scegliere presto il candidato sindaco di Torino”, ha detto il 16 giugno a margine dell’inaugurazione della nuova velostazione alla stazione di Porta Nuova. “La mia – ha aggiunto – è stata una scelta complessa e difficile, è maturata in un contesto che non è cambiato ad oggi, quindi non è cambiato nulla. Con Conte ci sentiamo costantemente per le amministrative, ma stiamo lavorando per costruire un percorso che ponga Torino al centro delle dinamiche nazionali e in continuità amministrativa: non è un fatto nuovo”. Al momento sono due gli esponenti pentastellati che hanno dato la loro disponibilità a correre per la Sala Rossa, Valentina Sganga e Andrea Russi. Appendino aveva confermato l’intenzione di non ricandidarsi il 16 maggio scorso, in un’intervista al Corriere della Sera: “La tentazione c’è stata. Ma non cambio idea. Non mi ricandido. Nei giorni scorsi mi sono confrontata proprio su questo tema anche con Luigi Di Maio. Nel gennaio scorso, invece, era stata condannata a un anno e mezzo per i fatti di piazza San Carlo: la sindaca è stata riconosciuta colpevole in primo grado di disastro, omicidio e lesioni colpose.