Gianluigi Donnarumma è ormai un giocatore del Paris Saint-Germain. In queste ore, l’ex portiere del Milan effettuerà le visite mediche per il suo approdo a Parigi e nel giro di qualche giorno firmerà il suo contratto da 10 milioni di euro netti a stagione. Oltre ai commenti critici dei tanti tifosi, rossoneri e non, è arrivato anche quello del leader della Lega, Matteo Salvini, che su Twitter ha scritto: “Se per qualcuno contano più i milioni della maglia e dei tifosi, addio senza nessun rimpianto“. La reazione dei commentatori però non è stata quella che Salvini si aspettava, perché in tanti hanno iniziato a chiedere conto dei milioni, 49, che il partito di Matteo Salvini deve restituire in seguito allo scandalo dei rimborsi elettorali.
Se per qualcuno contano più i milioni della maglia e dei tifosi, addio senza nessun rimpianto.#Donnarumma
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 21, 2021
“Pensa che c’è chi lo ha fatto per molto meno di 49 milioni”, scrive un utente. Un altro aggiunge: “Fossero stati 49 milioni lo avremmo potuto pure capire… Non gli hai insegnato niente“. C’è anche chi abbandono l’ironia e critica duramente Salvini: “C’è solo un particolare. Mentre Donnarumma guadagna i soldi che guadagna, pochi o molti che siano, da professionista con il proprio lavoro, il movimento di cui lei fa parte ha patteggiato la restituzione di 49 milioni di euro di soldi pubblici, restando in tema di milioni”. “L’ingaggio (per rimanere al Milan, ndr) potevi pagarglielo tu, pizzicavi qualcosa da 49 milioni che hai rubato”, scrive un altro utente. “Ogni riferimento al 99 o al 10 è assolutamente voluto!”, si legge in un commento, “Ogni riferimento al 49 pure“, la replica un utente.
La vicenda dei “49 milioni” nasce dall’ipotizzata truffa aggravata ai danni dello Stato da parte di Umberto Bossi e Francesco Belsito, esponenti dell’allora Lega Nord: secondo l’accusa, il partito aveva ottenuto rimborsi elettorali ai danni del Parlamento, tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilancio. Bossi e Belsito furono condannati in secondo grado per truffa, una condanna poi annullata dalla Cassazione per intervenuta prescrizione. Nella sentenza di agosto 2019 i giudici confermarono però la confisca dei 49 milioni alla Lega. Soldi che secondo i vertici della Lega non sarebbero più a disposizione del partito, tanto che già a fine 2018 il Carroccio aveva accettato di spalmare la restituzione in rate da 200mila euro l’anno, per circa 80 anni.