“Ogni giorno milioni di giovani ragazze imparano a loro spese che non possono realizzare i loro sogni. Sono discriminate, a volte anche violentemente. Devono accettare piuttosto che scegliere, obbedire invece di inventare, solo perché sono donne. Questo non è solo immorale e sleale, è anche un atteggiamento miope”, così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto con un videomessaggio in inglese al “Women Political Leaders Summit”, evidenziando che il rischio è anche quello di perdere giovani talentuose. “Le nostre economie perdono alcuni dei migliori talenti – ha specificato – e le nostre società trascurano alcuni dei nostri migliori futuri leader”. Per questo “ridurre le disparità di genere deve essere una priorità globale”. “In tutto il mondo le ragazze affrontano pregiudizi culturali e stereotipi fin da giovani – ha continuato – E la partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta essere 27 punti percentuali in meno rispetto a quella degli uomini. In alcune regioni tale divario è di oltre 50 punti percentuali. Solamente 22 paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 paesi – compreso il mio – non ne hanno mai avuto una. Benché ci siano stati alcuni miglioramenti, i progressi restano assai lenti e si rischia addirittura di tornare indietro”.
Un ulteriore colpo alla parità di genere è poi arrivato dalla pandemia: “Durante la pandemia, le donne hanno perso il lavoro più velocemente rispetto agli uomini – ha continuato – I lockdown hanno determinato la chiusura delle scuole e degli asili nido, con pesanti ripercussioni per le donne. C’è stato un aumento del divario tra uomini e donne a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita politica”. Anche per questo “al ritmo attuale”, ha sottolineato il premier, “non arriveremo alla parità di genere nelle cariche ministeriali prima del 2077″. “Promuovere la parità di accesso e di opportunità nell’ambito educativo deve essere la nostra priorità – ha proseguito – Dobbiamo lottare contro gli stereotipi di genere ed aumentare il numero di ragazze che scelgono di studiare le discipline scientifiche a scuola. Dobbiamo assicurare la parità di condizioni nel mercato del lavoro. Dobbiamo colmare il divario di retribuzione tra i generi ed aumentare il numero di donne in posizioni di responsabilità. Dobbiamo rafforzare i nostri sistemi di welfare sociale in modo tale da favorire l’evoluzione delle carriere delle donne. E dobbiamo colmare il divario tra la rappresentazione maschile e quella femminile nel mondo della politica, dando un supporto alle leader femminili in tutto il mondo”.
Quindi Draghi ha annunciato quanti fondi spenderà l’Italia proprio a favore della parità di genere: “Il nostro obiettivo in Italia è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell’uguaglianza di genere – ha detto – Siamo determinati ad aumentare il numero di ragazze e donne che scelgono di studiare le discipline tecnico-scientifiche. Vogliamo ampliare i servizi di prima infanzia e di istruzione primaria in modo tale da poter aiutare le mamme lavoratrici. Stanzieremo fondi a sostegno dell’imprenditoria femminile e provvederemo ad introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne”. “Negli ultimi 15 anni, l’Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d’Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento – ha fatto sapere – Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d’Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi“.
E sul G20 Draghi ha concluso: “Quest’anno l’Italia ha la presidenza del G20. Ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Appoggiamo fermamente l’impegno di Women Political Leaders di creare una solida rete di donne internazionali. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l’emancipazione di altre donne. Questo è un nostro dovere nei confronti di milioni di giovani donne e della nostra società nel suo complesso.