Solo il calcio, in queste settimane di Europei, divide il presidente del Consiglio Mario Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Al termine del bilaterale di Berlino il capo del governo definisce il rapporto tra Italia e Germania “profondo, duraturo e solido“: “Sono due Paesi fondati sull’europeismo e sull’atlantismo – dice – Le posizioni nei confronti di Usa, Russia, Cina e Nord Africa sono molto molto vicine”. “Nelle discussioni che abbiamo avuto ci sono state pochissime divergenze di opinioni ed è una sensazione gradevole”, aggiunge la cancelliera Merkel.
Ma è sulla questione del coronavirus che l’asse si fa ancora più forte. Merkel sottolinea che sia lei che il presidente italiano sono “entrambi cauti” sulla situazione del Covid, “felici che ci sia un sostanziale miglioramento ma è un progresso fragile. La quota vaccini cresce ma ancora non si può dire che ci stiamo avvicinando all’immunità di gregge” anche perché siamo “esposti alle nuove varianti”. E proprio sulle varianti, in coda di conferenza stampa, Draghi ha aperto un nuovo fronte, quando ha risposto “sì” all’adoperarsi “perché la finale degli Europei non si faccia in un Paese dove i contagi stanno crescendo molto rapidamente”. Doppiamente significativo perché è chiaro il riferimento alla situazione del Regno Unito e di Londra (dove si dovrebbero tenere da programma semifinali e finale), ma la risposta è arrivata anche su una domanda di un cronista tedesco che chiedeva esplicitamente se l’obiettivo è quello di trasferire la cosiddetta “final four” da Wembley a Roma.
Per il resto Draghi ha riconosciuto il ruolo della Germania nelle sue attività di solidarietà nella situazione di emergenza dell’Italia, con l’accoglienza di pazienti nelle proprie terapie intensive, e ancor di più l’impegno di Angela Merkel nell’avvio e nella costituzione del Recovery plan. “Il governo – dice draghi – è impegnato in riforme, si usava dire un tempo strutturali, io direi di sistema, che rendono l’Italia più equa e sostenibile. Questo è l’impegno di questo governo e l’impegno continuerà. Per avere un’Europa più forte occorre avere un’Italia più forte“.
Poi la questione immigrazione. Un dossier, sottolinea Draghi, su cui l’impegno “è aiutarsi reciprocamente”. “Abbiamo vicinanze di vedute sulla dimensione esterna” del tema, spiega il presidente del Consiglio. E cioè che serva una “ben maggior presenza dell’Ue in Nord Africa, non solo in Libia e Tunisia, ma anche nel Sahel, in Mali, Etiopia ed Eritrea. Occorre che l’Ue sia economicamente più sentita“. Spiega Merkel: “L’Italia è un Paese di arrivo, noi siamo colpiti dai flussi secondari. Occorre iniziare ad agire dai Paesi di provenienza e su questa gestione siamo completamente d’accordo”. In questo quadro sia Merkel sia Draghi hanno dato il loro sì al rinnovo dell’accordo con la Turchia.