Oltre a quello italiano sono già stati promossi i piani di Austria, Lussemburgo, Danimarca, Grecia, Slovacchia, Spagna e Portogallo. Secondo Bruxelles il piano italiano "rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale". La Commissione Ue ha quindi dato il via libera al 13% di pre-finanziamento.
Promosso, quasi a pieni voti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Bruxelles ci ha assegnato tutte “A”, il massimo, ad eccezione di una “B” per la voce costi. L’ufficializzazione arriverà domani ma le carte sono già state anticipate dalle agenzie. Va detto che sinora i giudizi della Commissione sono stati tutti uguali a quello dell’Italia, sinora sono stati giudicati e promossi i piani di Austria, Lussemburgo, Danimarca, Grecia, Slovacchia, Spagna e Portogallo. Del resto stupirebbe il contrario visto che sono mesi che governi e Commissione interloquiscono sui documenti. Certo è che il piano italiano è dossier particolarmente delicato essendo quello più imponente quanto a stanziamenti, oltre 200 miliardi sui 750 mobilitati in tutto da Bruxelles.
Alla luce delle risultanze dell’esame del Pnrr italiano, la Commissione Ue dà il via libera al 13% di pre-finanziamento all’Italia, a breve dovrebbero quindi arrivare circa 25 miliardi di euro. La pagella verrà consegnata domani a Roma al presidente del Consiglio Mario Draghi dalla presidente Ursula Von der Leyen. Nel giudizio si sottolinea che il piano “contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente” le raccomandazioni specifiche della Ue. Il Pnrr italiano è “ben allineato” al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica, tra cui progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità, si legge ancora. Bruxelles rileva inoltre che al digitale è dedicato il 25% del piano, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.
Per la Commissione il Pnrr italiano “rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale”, e “contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni”. Inoltre “rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale”. Le misure poi “non arrecano danni” a tutti gli obiettivi ambientali della Ue e contribuiscono in modo efficace sia alla transizione energetica che a quella digitale. Avranno inoltre un “impatto duraturo” sull’Italia che è anche riuscita ad assicurare un “efficace monitoraggio” dell’attuazione del piano. Anche il meccanismo di controllo anti-frodi è giudicato efficace. Infine, tutte le misure del Pnrr sono “coerenti”. In tutti questi aspetti, definiti dal regolamento del Recovery fund, all’Italia viene assegnata una A. L’unica B riguarda la voce ‘costì, come per tutti gli altri Paesi. Nessuno è riuscito infatti a rispettare le rigide indicazioni sulla definizione dei costi delle misure, e quindi le stime si sono perlopiù basate su costi di misure simili, come nel caso del Pnrr italiano.