Come vi ho raccontato nei post precedenti, gli italiani non hanno smesso di leggere durante il Covid, anzi i vari lockdown hanno scatenato la loro passione per la lettura, e lo hanno fatto però scoprendo nuovi canali: hanno cambiato le loro abitudini e anche gli editori e gli organizzatori di eventi culturali dovranno adeguarsi.

È quanto appare evidente da tre ricerche realizzate da Aie-Associazione Italiana Editori, Ipsos per Intesa San Paolo e infine dall’Università Bocconi per Intesa Sanpaolo su dati Aie. Ed ora vediamo alcuni numeri in dettaglio per capire meglio cosa è accaduto.

Dalla ricerca realizzata da Intesa Sanpaolo con Ipsos emerge chiaramente che il digitale, dopo il boom iniziale legato al lockdown, è ormai a pieno titolo una straordinaria opportunità di accesso all’offerta culturale, perché permette di allargare la platea a nuovi fruitori e raggiungere anche i più giovani. Tra le nuove modalità spiccano i podcast che in questi mesi hanno avuto un enorme incremento di diffusione, ad esempio la piattaforma Intesa Sanpaolo On Air ha superato, in un anno di vita, il milione di ascolti e raggiunto la Top 5 delle classifiche di Spotify, Apple e Google Podcast. Tra i podcast di maggior successo vi è la lettura integrale di Massimiliano Finazzer Flory della Divina Commedia in Duomo, le lezioni dello storico Alessandro Barbero, “Le magnifiche della Scienza” con Gabriella Greyson, “Vite d’Autore” su Primo Levi, Natalia Ginzburg e altri scrittori.

I podcast non hanno conquistato solo le nuove generazioni: li ascoltano il 44% degli intervistati, dato che sale al 70% tra i più giovani (fascia d’età 18/34). E fondamentale è che, anche con il rientro alla piena mobilità, si continuerà ad ascoltarli. Fortunatamente il podcast non è il “nemico” come era accaduto all’e-book, al contrario, si pone come traino per ulteriore cultura e scambio: infatti l’85% degli intervistati è portato ad approfondire i temi che ha ascoltato, il 75% tende a promuovere la condivisione con familiari, amici, colleghi, il 69% cerca e acquista libri che parlano dell’argomento ascoltato.

Interessanti i motivi che hanno spinto i lettori a leggere e acquistare libri. Accanto a chi semplicemente ha voluto dedicare più tempo alla lettura (53%), c’è chi ha iniziato a comprare nelle librerie online dove ha trovato titoli e autori che prima non conosceva (14%) e poi un 9% ha scoperto gli ebook che ora sono entrati stabilmente nelle loro abitudini di lettura. A mio avviso, questo conferma che i libri digitali hanno ancora grandi potenzialità che non tutti gli editori sono riusciti a comprendere e a sfruttare. Alcuni editori durante il lockdown hanno dato l’opportunità di scaricare gratuitamente alcuni libri e questa scelta ha fidelizzato i lettori e incrementato le vendite.

Anche sul fronte promozione gli editori dovrebbero prestare molta attenzione a quanto è emerso dalle ricerche: ad esempio la capacità dei social media di influenzare le scelte dei lettori. Lo stesso vale per gli eventi, pur avendo voglia di live, molti intervistati hanno precisato di aver molto apprezzato l’opportunità di partecipare a presentazioni che si svolgono in altre città. E di questo gli organizzatori di eventi dovranno tener conto e abituarsi a realizzare manifestazioni ibride che consentano una fruizione dal vivo e online.

Infine gli audiolibri, spero che gli editori non commettano lo stesso errore che hanno fatto con gli e-book, ovvero rinviare e non offrire questa versione del libro. E-book, audiolibri e podcast non cannibalizzano i libri, al contrario offrono nuove opportunità e coinvolgono nuovi consumatori culturali.

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