“La Chiesa dovrebbe comprendere le persone omosessuali senza nostalgia per i roghi del passato. E invece vuole persone che si castrano sostanzialmente nella loro sessualità”. Ne è convinto Vito Mancuso, teologo e filosofo apprezzato a livello mondiale, che a ilfattoquotidiano.it commenta l’intervento del Vaticano contro il ddl Zan, pur precisando di non aver letto il disegno di legge contro l’omotransfobia.
Professore, cosa pensa della protesta della Segreteria di Stato che accusa l’Italia di violare l’accordo di revisione del Concordato e di attentare alla libertà di pensiero dei cattolici?
Mi chiedo il motivo di quello che ha fatto la Santa Sede richiamando il Concordato. Rimango stupito di una Chiesa che sembra agire in maniera contraddittoria. E soprattutto vedo un papato che paragono a Pio IX perché mi ricordo, ai tempi in cui si studiava a scuola, che questo Pontefice era diventato per molti aspetti la bandiera dei patrioti, i quali sui muri lo inneggiavano per le sue aperture a favore dell’Unità d’Italia. Ma che poi si è rivelato il più chiuso dei conservatori col Sillabo e non solo.
È preoccupato per quello che sta avvenendo?
Io sono preoccupato per questo tipo di involuzione. Anche per quanto riguarda l’ultima riforma del Codice di diritto canonico. Si può essere anche contrari all’ordinazione delle donne e va bene, ma porre questo tema accanto ai delitti di pedofilia, a mio avviso, lascia molto perplessi. Così come l’ulteriore presa di posizione, che ritengo proprio un’ingerenza: quella secondo la quale il leader di un’associazione di fedeli dopo dieci anni è obbligato a presentare le dimissioni, togliendo così la libertà a questa realtà. Ciò mi sembra un dirigismo, una volontà di piegare le cose, di controllo, difficilmente conciliabile con quel senso di apertura, di libertà, di partecipazione e di rinnovamento con cui si era aperta la stagione della Chiesa di Papa Francesco. Anche adesso vedendo questo intervento sul ddl Zan.
Chi è il responsabile di tutto ciò?
Leggevo sui social che il mio amico Alberto Maggi (altro importante teologo “progressista”, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ndr) diceva che questo è uno sgambetto che la Curia avrebbe fatto a Papa Francesco. Ma, insomma, delle due l’una. O è uno sgambetto e a questo punto dopo otto anni noi ci ritroviamo un Pontefice che non è in grado di governare e quindi siamo punto e a capo. Esattamente a quel punto in cui Ratzinger aveva dato le dimissioni perché non riusciva a governare e uscivano i corvi, sparivano carte e ricomparivano, insomma sappiamo bene il clima di otto anni fa. Quindi o c’è incapacità di governo o non c’è incapacità di governo ed è proprio Francesco che vuole una cosa di questo tipo. Ma francamente, dal punto di vista chiamiamolo fisiologico, questa continua distinzione tra la Curia cattiva e il Papa buono non ha senso dopo otto anni di papato. Può avere senso i primi sei mesi, il primo anno perché uno deve mettere ordine in una Curia che non ha voluto lui, ma a questo punto Francesco è pienamente responsabile della Curia che ha dopo otto anni di governo.
Perché sui gay la Chiesa continua ad alzare muri?
Mi sembra assolutamente inspiegabile, alla luce delle premesse con cui il pontificato era cominciato, questa serie di segnali di cui anche quest’ultimo è manifestazione. Se c’è una materia sulla quale secondo me occorrerebbe particolare solidarietà, particolare capacità di comprensione, che la Chiesa esprimesse a livello legislativo quello che è il colonnato del Bernini in piazza San Pietro esprime a livello architettonico, cioè la volontà dell’abbraccio delle persone, di ogni persona. In altri tempi erano altri i soggetti, erano gli operai, le donne. Adesso è sicuramente la componente omosessuale, le persone omosessuali. Da questo punto di vista la Chiesa si dimostra incapace di accettare un dato di fatto e cioè che oggi le persone omosessuali si qualificano come gay, cioè come persone felici, come dice il termine inglese, e orgogliose di essere quello che sono, cioè gay, cioè felici. Qualcuno lo può anche pensare con nostalgia, ma immagino che nessuno pensi all’imprigionamento, addirittura al rogo come è avvenuto in alcuni casi nel passato nei confronti delle persone omosessuali. Però certamente tutti vorrebbero o la natura angelica o una natura pentita. Persone che si castrano sostanzialmente nella loro sessualità, oppure vorrebbe pubblici peccatori che continuamente ripetono “mea culpa, mea culpa”. Ma una persona che è felice di essere come la natura, e per chi crede Dio, l’ha creata, chi accetta la mano di Dio in maniera serena, gioiosa su di sé, tutto questo crea alla Chiesa cattolica attuale, anche a quella di Papa Francesco, una tale orticaria intellettuale che produce questi girotondi a mio avviso inspiegabili.