La piattaforma di streaming mette nel proprio carnet uno dei più grandi registi di Hollywood. L’avvicinamento al sistema tradizionale del cinema novecentesco mostra come il nuovo modo di produrre, distribuire, ma soprattutto vedere i film in piena epoca post Covid passi anche dall’acquisizione dei vecchi leoni
Steven Spielberg e Netflix faranno film insieme. L’effetto domino, a questo punto, potrebbe essere assicurato. Variety, infatti, segnala che lo studio della Amblin Partners, quello che dal 2015 racchiude le storiche produzioni di Spielberg sia Amblin Entertainment che Dreamworks, ha raggiunto un accordo pluriennale con la piattaforma streaming per la realizzazione di una serie di film originali già a partire dalla fine del 2021.
Insomma, Netflix mette nel proprio carnet uno dei più grandi registi di Hollywood, tutt’ora in fascia alta sia a livello produttivo che distributivo, tra quelli del gruppo della New Hollywood (Scorsese, Coppola, Friedkin, ecc..) che negli anni settanta rivoluzionò il sistema cinema volgendolo a favore di un approccio autoriale a tutto tondo. Oltretutto Spielberg non è nemmeno mai stato uno di quei registi tanto vicini alla nascita dello streaming e all’affermazione di Netflix, continuando a difendere la visione esclusiva dei film in sala e criticando la scelta di includere i titoli usciti solo sulle piattaforme in gara per gli Oscar.
Amblin Partners precisa comunque che l’intesa non mette in discussione l’accordo tra Amblin e Universal Pictures che, tra l’altro, nel 2020 avevano rinnovato la collaborazione fino al 2025. Da casa Spielberg viene sottolineato che il lavoro con Netflix sarà “parallelo”. Anche se la rassicurazione per un distributore vecchia maniera come Universal non ha proprio l’aria di una good news. Diversi siti segnalano che Amblin era in coproduzione del film Il processo ai sette di Chicago di Aaron Sorkin che era stato distribuito solo in streaming da Netflix e poi era finito con il raccogliere sei nomination agli Oscar ma con zero vittorie.
“Steven è un visionario e un leader creativo e la mia crescita è stata plasmata dai suoi personaggi memorabili e dalle sue storie che continuano ad essere per me durature e ispiratrici”, ha spiegato Sarandos in una nota. “Non vediamo l’ora di lavorare con il team Amblin e siamo onorati ed entusiasti di far parte di questo capitolo della storia cinematografica di Steven”. La mossa vintage di Netflix sembra un po’ rincorrere l’acquisto degli archivi MGM da parte dei dirimpettai streaming di Amazon. Certo, gli accordi di produzione sono all’ordine del giorno a Hollywood, ma l’avvicinamento di Netflix al sistema tradizionale del cinema novecentesco mostra come il nuovo modo di produrre, distribuire, ma soprattutto vedere i film in piena epoca post Covid passi quindi anche dall’acquisizione dei vecchi leoni. Una sorta di medaglia al petto di chi non pensa solo ad accatastare titoli non proprio eclatanti per le serate dal click distratto. Si veda l’esempio di The Irishman distribuito da Netflix che ha fatto una capatina nelle grandi sale cinematografiche solo dopo un’incessante appello degli spettatori più tradizionalisti ma che in origine doveva essere visto soltanto in streaming.