“Caudo dovrebbe deporre lo zainetto e chiedere scusa. Con certe accuse stimola gli istinti peggiori che si annidano anche nell’elettorato di centrosinistra. Se ha prove di brogli, denunci tutto nelle sedi competenti“. Sono ore intense per Francesco Tieri, candidato alle primarie di minisindaco del centrosinistra nel quinto municipio di Roma, finito al centro delle polemiche per il sostegno attivo della comunità del Bangladesh nella sua candidatura. L’ex assessore all’urbanistica dell’era Marino, giunto secondo dopo Roberto Gualtieri, ieri in una conferenza stampa aveva biasimato i suoi avversari per aver “utilizzato” gli stranieri per prendere più voti. “C’erano 50 persone del Bangladesh. Li trovi in fila, non parlano italiano, non sanno per chi stanno votando – le parole di Caudo – poi c’è qualcuno che gli dà il fogliettino”.
Ma Tieri respinge al mittente ogni accusa. Per diversi anni è stato coordinatore del CAIL, il Coordinamento delle Associazioni Islamiche del Lazio. E solo grazie a questo ha potuto contare sul sostegno della comunità islamica del territorio, prevalentemente di nazionalità del Bangladesh, che lo ha ripagato con 600 voti, un 15% finale (mentre Fassina ha ottenuto l’11%, percentuale doppia rispetto al dato cittadino) e un testa a testa, in alcuni seggi, con il candidato indicato dal Pd. “Non ho un partito alle spalle e una struttura. Sono musulmano. Ho chiesto aiuto nei centri di preghiera per la raccolta delle firme. E questo ha avviato uno straordinario processo di protagonismo delle persone, che hanno iniziato ad attivarsi per me, organizzando comizi, scrivendo volantini in lingua. Dalle moschee ho iniziato a girare per i bar, le frutterie. Ho scoperto un mondo completamente ignorato dalla politica”.
La sua candidatura è iniziata sotto traccia, ma col passare dei giorni ha iniziato a impensierire i vertici del Pd e il comitato organizzatore delle primarie. Che addirittura, una settimana prima del voto, era pronta a limitare il voto degli immigrati, predisponendo un solo gazebo a municipio. Un’ipotesi, questa, che poi è tramontata. “Anche gli altri candidati hanno cercato il sostegno degli stranieri. Gli immigrati sono come le donne. Vengono solo esibiti dalla politica e mai valorizzati. In questo territorio vivono una doppia emarginazione di stranieri e musulmani. Per questo mi sono rivolto a loro da subito. L’idea di poter contribuire ad eleggere il candidato presidente li ha fatti sentire coinvolti e protagonisti, anche perché mi conoscevano e si fidavano – aggiunge Tieri – Ho fatto una conferenza stampa per quindici televisioni del Bangladesh perché ero inondato da richieste di interviste. La mia candidatura è stata un’innovazione sociale, che ha aperto il campo del centrosinistra a una fetta di popolazione esclusa, che si è iniziata interessare ai temi della città. Molti di quelli che mi hanno votato, magari hanno espresso come candidato sindaco Gualtieri o Ciani”.
Anche per questo Tieri perde la testa di fronte all’accusa di possibili brogli e punta il dito contro Caudo, denunciando, invece, il carattere classista delle sue parole, che non tiene conto della natura del territorio, ricco di quartieri multiculturali come Centocelle e Torpignattara. Nel quinto municipio i 42mila stranieri costituiscono il 17,4% della popolazione totale (la media cittadina è del 13% circa). Di questi oltre il 20% provengono dal Bangladesh. “Caudo ambiva ad essere il sindaco ma non conosce la composizione sociale della città e in questo modo presta il fianco ad accuse razziste. Quale sarebbe la colpa di uno straniero regolarmente residente in Italia, che può partecipare alle primarie ma che non conosce ancora la lingua italiana? Si tratta di comunità straniere – conclude Tieri – che vivono nel quinto e nel sesto municipio, spesso in situazione di emarginazione. E non è un caso. Sono i municipi più poveri dove i problemi di alfabetizzazione riguardano anche gli italiani”.