Matt Hancock, il ministro della Sanità, aveva definito i dati sul Covid “incoraggianti” nonostante l’aumento dei casi legato alla diffusione della variante Delta, dicendo che il Paese è “sulla buona strada” per rimuovere tutte le restanti restrizioni per il Covid-19 il 19 luglio. Poi, poco dopo, sono arrivati i dati sui contagi e le vittime causate da Sars-Cov-2 nelle ultime 24 ore: 11.625 nuovi casi, numero record dal 19 febbraio, e 27 decessi (entro 28 giorni da un test risultato positivo), picco dal 5 maggio scorso, per quanto appesantiti in parte dal recupero di dati ritardati relativi al weekend la cui raccolta statistica viene spalmata su più giorni.

I timori restano concentrati sulla variante Delta, ex indiana, che ha determinato un aumento delle infezioni nel Regno Unito e convinto il governo, su pressione di esperti e comunità scientifica, a rinviare di quattro settimane la rimozione delle restrizioni introdotte con la pandemia in Inghilterra. Qui l’accelerazione dei casi prodotta dalla variante Delta si è al momento assestata attorno al 30% a settimana, mentre in Scozia ha toccato il 40%: una percentuale che ha indotto la first minister del governo locale, Nicola Sturgeon, a formalizzare oggi il già preannunciato allineamento alle decisioni prese per il territorio inglese dal governo centrale di Boris Johnson sul rinvio della prossima tappa di alleggerimento delle restrizioni residue del lockdown anche nella nazione del nord del Regno dalla fine di giugno a non prima della seconda metà di luglio.

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