Nessun caso grave e i contagiati non erano vaccinati. Un dirigente dell'azienda sanitaria: "In questi ultimi giorni, per fortuna, i tamponi non evidenziano più nuovi positivi e siamo abbastanza fiduciosi di essere riusciti a contenere il virus, grazie ad un’azione tempestiva"
In sei giorni l’Ausl di Piacenza ha sequenziato, rintracciato e isolato a oggi 25 casi di variante Delta, la mutazione del coronavirus scoperta in India e che ormai è predominante in Gran Bretagna dove ha soppiantato la Apha (ex inglese). Tutti quasi provengono dal polo logistico piacentino. Due le aziende coinvolte, con 10 dipendenti contagiati e gli altri 14 sono amici, conoscenti o parenti stretti. La notizia è riportata dal quotidiano la Libertà. Diversi positivi abitano nel Cremonese e si spostano utilizzando mezzi pubblici: nei giorni scorsi l’Ausl aveva lanciato appelli a sottoporsi a tampone per i passeggeri della linea di bus Piacenza-Cremona. L’indagine condotta dal dipartimento di Sanità pubblica non ha riscontrato casi gravi. “Abbiamo allargato il più possibile il cerchio tentando di individuare i possibili contatti dei contagiati – spiega al quotidiano piacentino il responsabile del dipartimento, Marco Delledonne – In questi ultimi giorni, per fortuna, i tamponi non evidenziano più nuovi positivi e siamo abbastanza fiduciosi di essere riusciti a contenere il virus, grazie ad un’azione tempestiva“. L’attività di contact tracing è partita il 15 giugno. A quanto pare i contagiati non erano stati vaccinati. Al momento, viene spiegato al fattoquotidiano.it, sono stati eseguiti 1000 tamponi e gli ultimi risultati sono negativi. Si cercano ancora 200 persone ancora, 100 dall’ambito lavorativo e 100 nell’ambito della vita sociale. Dei 25 contagiati, nella maggioranza di casi non vaccinati e uomini tra i 30 e i 40 anni, solo per uno è stato reso necessario il ricovero ospedaliero, ma le sue condizioni sembrano non destare preoccupazione. Dei 25 positivi 19 sono residenti a Piacenza, 4 a Cremona e 2 a Lodi.
Il 18 giugno l’azienda sanitaria con l’hashtag #passaparola ha lanciato un appello ai passeggeri di alcuni autobus per cercare di identificare possibili contagiati. “Tra i casi positivi notificati in questi giorni figura quello di una persona che, nelle giornate precedenti alla diagnosi, si è servita di mezzi pubblici per alcuni spostamenti. La circostanza è stata accertata dagli operatori della Sanità Pubblica nel corso dell’indagine epidemiologica per il tracciamento dei contatti. Successivamente, sono emersi altre 3 nuovi positivi, collegati al primo, anch’essi passeggeri di mezzi pubblici. Per questo, a fini precauzionali, l’Azienda Usl invita tutti coloro che erano presenti sugli autobus di seguito indicati a chiamare il dipartimento di Sanità pubblica per sottoporsi al tampone. Il riferimento è alla linea #E57 tra #Piacenza e #Caorso: nei giorni dal 31 maggio al 4 giugno e dal 7 all’11 giugno, in queste specifiche corse:
ore 16.30 dalla fermata autostazione Lupa (Piacenza) a Caorso, ore 7.30 da Caorso a Piacenza, il 7 giugno da Piacenza alle 14.00, ritorno da Caorso alle 17.00 dello stesso giorno, il 12 giugno da Piacenza alle 05.35 e ritorno da Caorso alle 14.19 del giorno dopo, il 15 giugno la corsa da Piacenza a Caorso delle 16.30 e da Caorso a Piacenza delle 17.30, dal 2 al 16 giugno (esclusi sabato e domenica): ore 19.45 da Piacenza, ore 05.52 (del giorno dopo) da Caorso, dal 2 al 16 giugno (esclusi sabato e domenica): ore 18.35 da Piacenza, ore 05.52 (del giorno dopo) da Caorso, dal 3 al 15 giugno (esclusi sabato e domenica): ore 14 da Piacenza (il ritorno viene effettuato con mezzo privato). I passeggeri dei viaggi descritti possono contattare i numeri 0523.317830 o 3311358947, dalle ore 8.30 alle 17.30, o scrivere una mail a malinfpc@ausl.pc.it con il proprio nome e cognome, data di nascita e recapito telefonico, per essere richiamati dagli operatori.
In caso di sintomi, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di famiglia”.
Al momento in Italia la variante ex indiana che tanti problemi ha scatenato in Gran Bretagna è ufficialmente attestata al 2%. Ma secondo il Financial Times ilnostro paese sarebbe il quinto al mondo con una percentuale di casi intorno al 26% relativa al periodo compreso fra il primo gennaio e il 16 giugno 2021; il 9% secondo le stime del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate relative all’ultimo mese e che segnano un aumento rispetto al 3.4% che risultava dall’analisi relativa al periodo fra il 15 maggio e il 16 giugno. In entrambi i casi la fonte è la banca dati internazionali Gisaid, nella quale tutti i Paesi del mondo depositano le sequenze genetiche del virus SarsCoV2. Che si debba andare a pescare i dati in questo mare di sequenze si deve, purtroppo, al fatto che ad accezione della Gran Bretagna, tutto il mondo sta raccogliendo poche sequenze del virus e non fa eccezione l’Italia. Qui il ministero della Salute ha disposto una nuova indagine rapida per stimare la diffusione nel Paese delle principali varianti del coronavirus in Italia, a partire proprio dalla Delta e che prenderà in considerazione i campioni notificati il 22 giugno, dei quali si otterranno le sequenze genetiche.
Il Financial Times ha attinto ai dati di Gisaid grazie alla collaborazione dell’istituto di ricerca belga Sciensano e le stime indicano che Gran Bretagna e Portogallo sono i Paesi ad avere la maggiore concentrazione di variante Delta, rispettivamente con il 98% e il 96%, fra i Paesi che hanno depositato le sequenze. Seguono gli Stati Uniti con il 31%, quindi Italia (26%), Belgio (16%), Germania (15%),Francia (6,9%).