A cinque anni dal referendum Brexit che ha sancito la volontà del popolo britannico di divorziare dall‘Unione europea, da Downing Street arriva per la prima volta una ipotetica finestra per il referendum di indipendenza della Scozia. A mettere un freno alle ambizioni di Edimburgo è il super ministro addetto alle questioni dell’Unità del Regno, Michael Gove, che al Daily Telegraph chiarisce che l’esecutivo di Boris Johnson non ha alcuna intenzione di concedere il suo via libera – costituzionalmente necessario – alla consultazione almeno sino alla fine di questa legislatura fissata per il 2024. Così il governo risponde ancora una volta picche alle pressioni degli indipendentisti dell’Snp, guidati dalla first minister del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon, per un voto bis entro il 2022 su questo tema dopo la Brexit.
Gove ha ricordato che il referendum del 2014, perduto dai sostenitori del fronte separatista piuttosto nettamente, era stato concordato come risolutivo “per una generazione”. Mentre ha rimarcato che il dossier non può essere riportato in nessun caso all’ordine del giorno a Westminster – dove i Tories contano su un’amplissima maggioranza – prima delle prossime elezioni politiche in calendario nel Regno per il 2024 e a dispetto di qualsiasi nuova mozione favorevole partorita dell’assemblea parlamentare locale scozzese.
“È stupido – ha tagliato corto il ministro – parlare di un altro referendum adesso, mentre siamo impegnati nella ripresa dal Covid. Mi sembrerebbe al meglio un’idea sconclusionata, al peggio una pazzia, riproporre la discussione su una divisione costituzionale mentre il nostro popolo si aspetta da noi di vederci lavorare insieme (fra nazioni del Regno) al fine di affrontare le prossime sfide”.