La pena più alta è stata inflitta a Daniela Giaconi, in carcere dal 2 luglio 2019 perché accusata di essere a capo della presunta associazione per delinquere. L'inchiesta era partita dalle ipotesi di illeciti commessi di alcune di queste organizzazioni che si occupavano di accoglienza di migranti
Il tribunale di Milano ha disposto dieci condanne – tutte tra i 4 e gli 11 anni – nei confronti degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta “Fake onlus” che a luglio 2019 aveva portato la guardia di finanza di Lodi a smantellare un sistema di più organizzazioni con sede tra Milano, Lodi e Pavia. Le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere, truffa allo Stato e auto-riciclaggio. L’inchiesta era partita dalle ipotesi di illeciti commessi di alcune di queste organizzazioni che si occupavano di accoglienza di migranti. La pena più alta – di 11 anni – è stata inflitta a Daniela Giaconi, in carcere dal 2 luglio 2019 perché accusata di essere a capo della presunta associazione per delinquere. Mentre, il suo presunto prestanome, Roberto Tirelli e quella che è considerata l’organizzatrice della macchina illecita, Sandra Ariota sono stati condannati rispettivamente a 8 anni e 6 mesi e 8 anni e 3 mesi.
L’indagine ha svelato come attraverso quattro onlus – Area solidale, Gli amici di madre Teresa, Volontari senza frontiere e Milano solidale – siano stati incassati circa 7 milioni di euro dalla partecipazione a bandi delle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia. Fondi che sarebbero dovuti servire alla gestione dell’emergenza migranti, a cui di fatto veniva dato poco o nulla. Più della metà delle risorse sarebbe infatti stata dirottata in conti privati, giustificando le spese con finti progetti e incarichi a psicologi, criminologi e altri operatori del settore. Con i proventi della truffa, Giaconi avrebbe anche comprato un negozio a Milano, oggi confiscato. Ma non è tutto: secondo l’accusa questo giro di denaro avrebbe favorito anche uomini facenti parte della ‘ndrangheta, garantendo supporto economico a condannati per associazione mafiosa. Gli stanziamenti erogati alle onlus sarebbero dovuti servire a finanziare i servizi di vitto, alloggio, mediazione linguistica e culturale e supporto legale ai migranti.