“Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia. Il nostro è infatti il programma più sostanzioso, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation Eu dipende in larga parte da noi”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi alla Camera, nel corso delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo, ha parlato del quadro economico che sta affrontando e dovrà affrontare l’Italia nel post pandemia. “L’ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale“, ha avvertito il premier, nel corso di un discorso in cui ha sottolineato anche l’ottimismo per una situazione economica “in forte miglioramento“. Draghi ha sottolineato le stime della Commissione Ue: “Nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4% – ha evidenziato – molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa probabilmente sarà ancora più sostenuta“. Ma ha avvertito anche dei pericoli che la pandemia ancora presenta: “In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti”. Il via libera dell’Unione europea al Pnrr “conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese” e “Il successo dipende da noi”, ha proseguito Draghi, toccando anche gli altri temi delicati per l’Italia e l’Europa nel prossimo futuro. Sul patto di stabilità e crescita il premier ha assicurato: “Non ci sono pericoli che possa essere ripresentato nella stessa forma di prima”. Sui migranti, “la gestione non può essere solo italiana, serve solidarietà“. L’unico argomento non trattato è stato quello dei diritti Lgbt, dopo la nota del Vaticano che ha impugnato il Concordato contro il ddl Zan.

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio con 411 voti a favore, 18 contrari e 36 astenuti. L’Alternativa c’è ha votato contro, Fratelli d’Italia si è astenuta. Draghi, rivolgendosi al Parlamento, ha detto: “L’approvazione del Piano di ripresa e resilienza italiano da parte della Commissione, confermata dalla presidente von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese. Abbiamo messo insieme un piano ambizioso di riforme e investimenti e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli enti territoriali, delle parti sociali e del Parlamento che ci tengo a ringraziare. Il vostro ruolo come Parlamento sarà fondamentale durante tutta l’attuazione del Piano”.

In generale, ha detto poi nella replica, “la fiducia che c ‘è ora non è gratis e occorre meritarsela e continuare a meritarsela“. Sulla reintroduzione del patto di stabilità e crescita “non ci sono pericoli che possa essere ripresentato nella stessa forma di prima, io l’ho detto da 3 anni che le cose vanno cambiate. La discussione è solo all’inizio andrà avanti per tutto il 2022 e solo ad inizio 2023 si potrà avere una proposta condivisa da tutti”. Infine sulla situazione epidemiologica: “Siamo in un periodo in cui tutto di nuovo appare roseo, non illudiamoci: siamo preparati, lo sappiamo, abbiamo l’esperienza dell’anno scorso”. E comunque la sfida ora è “continuare con le vaccinazioni: oggi la sfida è cercare tutti coloro che hanno più di cinquanta anni, cercarli nei posti più difficili, cercare di convincerli se sono contrari. Sono i futuri – e anche i presenti – fragili”. E “bisogna trovare equilibro tra salute pubblica e libertà di movimento all’interno dell’Ue. Occorre sviluppare la capacità di sequenziare, ma la priorità è individuazione dei focolai, dobbiamo essere pronti, non smantellare l’apparato che abbiamo costruito”. E soprattutto, guardando ai prossimi mesi, ha detto: “Ora lo sappiamo, l’abbiamo già visto”, ha detto. “La collaborazione con le Regioni è fondamentale per individuare le varianti. Ora tutto deve essere mobilitato, è il momento per costruire la riapertura delle scuole, organizzare i trasporti. L’anno scorso sono stati stanziati fondi ingenti ma ci siamo ritrovati a dover decidere che i mezzi pubblici potessero essere pieni solo al 50% e questo non ha aiutato la riapertura delle scuole. Speriamo di avere imparato queste cose e di farle bene”.

La situazione economica italiana – “La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento“, ha detto Draghi. “Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come il resto dell’Ue. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa probabilmente sarà ancora più sostenuta”. E “la fiducia, insomma, sta tornando“. Di fronte a questo quadro, “il nostro obiettivo è superare in maniera duratura e sostenibile i tassi di crescita anemici che l’Italia registrava prima della pandemia. Durante la pandemia abbiamo impiegato risorse ingenti per proteggere la capacità produttiva della nostra economia. Ora dobbiamo assicurarci che la domanda aggregata sia in grado di soddisfare questi livelli di offerta”. E “raggiungere tassi di crescita notevolmente più alti di quelli degli ultimi decenni ci permetterà anche di ridurre il rapporto tra debito e prodotto interno lordo, che è aumentato di molto durante la pandemia. E ci consentirà di creare nuovi lavori, fondamentali per affrontare le transizioni, come quella digitale e quella ambientale”. Infine, per favorire la crescita, ” è fondamentale mantenere a livello europeo una politica di bilancio espansiva nei prossimi mesi”.

Prevenzione pandemie e variante delta – “In questo quadro economico positivo, permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica”, ha detto il premier. “Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti”. E “l’ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Le fasi di ripresa dalle crisi recenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne. Non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla crisi climatica, che colpisce soprattutto le aree più fragili del nostro Paese. Questa volta dobbiamo agire diversamente. Ad esempio, dobbiamo mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci, per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego”.

Ad oggi, “nell’Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia la quota è quasi del 60% e circa il 30% della popolazione adulta ha completato l’intero ciclo di vaccinazione”. Proprio “i rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta “variante Delta”, ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione”. E per il futuro, servirà una maggiore prevenzione. “Durante il Consiglio europeo verrà inoltre accolta la decisione adottata dalla 74esima Assemblea Generale dell’OMS di convocare una Sessione Speciale dell’Assemblea Mondiale della Salute a novembre”, ha dichiarato il premier. “In quell’occasione si discuterà di un quadro comune per migliorare la preparazione globale a future pandemie sulla base delle lezioni apprese durante questa crisi sanitaria. L’Italia, come tanti altri Paesi, si è trovata impreparata all’arrivo del Covid-19″. “Non possiamo permettere che questo accada di nuovo. La Dichiarazione di Roma, approvata anch’essa al Global Health Summit, fornisce un’ottima base per una maggiore cooperazione e solidarietà internazionale in futuro”.

E “sempre sul tema dei vaccini”, il Consiglio europeo affronterà nuovamente la questione della solidarietà internazionale. Migliorare l’accesso ai vaccini nei Paesi più poveri non è soltanto una questione etica, ma anche una priorità sanitaria”. E “i Paesi dell’Ue si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell’anno”.

Migranti e Turchia – A proposito della questione migratoria, Draghi ha ribadito che “la gestione non può essere solo italiana”. “Un altro tema che ci riguarda da vicino è quello della gestione dei flussi migratori, che torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell’Italia”, ha detto. “Come ho dichiarato in passato, il governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea. Occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace”. Al momento, però, ha continuato, “una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo”. E, per questo, “il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c’è ancora molto lavoro da fare”. E ha chiuso: “Vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari: attualmente siamo protagonisti per i corridoi, ci sono pochissimi altri Paesi che li fanno e li fanno così bene”. E, secondo Draghi, “un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti. Tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta a gestire numeri contenuti”.

A proposito dei rapporti con Ankara ha commentato: “Per quanto riguarda la politica estera, il Consiglio Europeo si occuperà prima di tutto dei rapporti tra Ue e Turchia. Nella sua riunione di marzo, il Consiglio aveva ricordato come sia di interesse strategico europeo avere una situazione di stabilità e sicurezza nel Mediterraneo Orientale e dunque collaborare con la Turchia. Ribadiremo però la nostra preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani”.

Botta e risposta con Rampelli (Fdi) – Durante il dibattito e quindi nel corso della replica del premier, c’è stato un botta e risposta nell’Aula della Camera tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il vicepresidente di Montecitorio Fabio Rampelli (Fdi). Rampelli, ultimo a parlare in discussione generale, ha invitato Draghi a difendere di più gli interessi italiani in Europa: “Lei, presidente, è il presidente del Consiglio italiano e non (o almeno non ancora) il commissario europeo. Il suo compito quindi è difendere gli interessi italiani in quella sede”. Proprio all’inizio della replica, qualche minuto dopo Draghi ha risposto direttamente a Rampelli: “Vi ringrazio moltissimo per le parole di stima e apprezzamento e la fiducia che riponete nel mio ruolo nelle prossime discussioni del Consiglio Ue, posso solo augurarmi di non deluderla. Rampelli ha messo in dubbio la mia volontà e capacità di rappresentare gli interessi degli italiani, vorrei solo ricordarvi che ho concluso il mio discorso dicendo: ‘il vostro sostegno è determinante per portare avanti gli interessi italiani in Europa’”. E Rampelli dal suo scranno ha ribattuto in diretta: “A parole…”.

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