"La sindrome da perdita capillare - spiega l’ente regolatorio nazionale - è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. I pazienti con un episodio acuto di Cls in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento"
Ad aprile dall’analisi su casi di trombosi anche per il vaccino Janssen e di perdita capillare per Astrazeneca da parte dell’Agenzia europea per i farmaci (Ema), è l’Aifa (Agenzia italiana per i farmaci) a dare un primo risultato. “Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con Vaxzevria“, il vaccino anti-Covid sviluppato dall’università di Oxford e commercializzato da Astrazeneca, “sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare” o Cls (Capillary Leak Syndrome). “In alcuni casi era presente una storia clinica di Cls. È stato riportato un caso con esito fatale”.
Pertanto “Vaxzevria è attualmente controindicato nei soggetti che in precedenza hanno presentato episodi di Cls” sottolinea Aifa, aggiornando gli operatori sanitari sul vaccino anglo-svedese e in particolare “sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza” della sindrome “dopo vaccinazione” con il prodotto.
“La sindrome da perdita capillare – spiega l’ente regolatorio nazionale – è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. I pazienti con un episodio acuto di Cls in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto“. L’Aifa evidenzia che “il Riassunto delle caratteristiche del prodotto di Vaxzevria (Rcp) è in corso di aggiornamento per l’aggiunta di queste informazioni”.