Al tavolo convocato dal Mise, presieduto dalla viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, con l’azienda, le organizzazioni sindacali, la regione Campania, il comune di Napoli e Invitalia, i vertici aziendali non fanno marcia indietro ma si dicono disponibili a supportare il processo di reindustrializzazione dello stabilimento
Whirlpool tira dritto e conferma la volontà di avviare la procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti dello stabilimento di Napoli a partire dal 1 luglio. Sono circa 350 i dipendenti del sito, dove l’azienda ha smesso la produzione di lavatrici il 31 ottobre dell’anno scorso, che rischiano così di rimanere senza lavoro immediatamente dopo lo sblocco dei licenziamenti. Così i sindacati hanno chiesto al governo di rinviare la fine del blocco fino al 31 ottobre prossimo.
Al tavolo convocato dal Mise, presieduto dalla viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, con l’azienda, le organizzazioni sindacali, la regione Campania, il comune di Napoli e Invitalia, Whirlpool non fa marcia indietro ma si dice disponibile a supportare il processo di reindustrializzazione dello stabilimento di via Argine, sostenendo l’eventuale acquirente e i lavoratori. L’avvio della procedura dà 75 giorni di tempo per trovare un accordo tra le parti, in assenza del quale scatterebbero i licenziamenti, quindi da metà settembre. Fino ad allora, Whirlpool assicura che coprirà interamente il loro stipendio, senza ricorrere ad ammortizzatori sociali.
All’azienda “ho richiesto di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e di evitare decisioni unilaterali come l’apertura di una procedura di licenziamento”, ha dichiarato Todde al termine del tavolo, facendo sapere che un nuovo incontro sarà convocato prima del 30 giugno. La viceministra assicura di continuare a lavorare “per una soluzione seria”. Per l’azienda, al momento, l’unica via per evitare l’avvio della procedura è che si trovi un accordo su un altro percorso proprio entro quella data.
Da parte loro, i sindacati hanno sollecitato il governo per arrivare a soluzioni concrete per salvaguardare occupazione e produzione e chiedono di “abbandonare la strada dei licenziamenti” affinché il confronto possa proseguire “in modo costruttivo” senza la “minaccia” della perdita dei posti di lavoro. All’incontro, in contemporanea con la protesta degli operai di Napoli e con lo sciopero di 8 ore e il blocco delle produzioni in tutti gli stabilimenti Whirlpool proclamato da Fim, Fiom e Uilm, le sigle dei metalmeccanici rimarcano tra l’altro che “nell’accordo sottoscritto nel 2018 e in vigore fino al 31 dicembre 2021, l’azienda si impegnava a non aprire procedure di licenziamento collettivo a fronte della ingente disponibilità di ammortizzatori sociali in deroga su tutto il gruppo. L’apertura della procedura su Napoli rappresenterebbe un ennesimo atto unilaterale di violazione dell’accordo“. È “inaccettabile l’atteggiamento di Whirlpool. Il Governo deve intervenire”, incalza il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. “Se dovesse partire la procedura di licenziamento, apriremo lo scontro a tutto campo e non ci potrà essere alcun tavolo negoziale”, avvertono la Cgil e Fiom di Napoli. Evitiamo che i lavoratori Whirlpool di Napoli siano “le prime vittime dello sblocco dei licenziamenti”, chiede dalla Uil la segretaria confederale Tiziana Bocchi.