Dopo che il Vaticano si è scagliato con una nota contro il disegno di legge Zan contro l’omobitransfobia, con un’ingerenza d’altri tempi sulle attività parlamentari, è stato lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, a intervenire al Senato per ribadire come “l’Italia è e resta uno Stato laico” e come il Parlamento sia “libero di discutere e legiferare, dato che “ci sono tutte le garanzie per rispettare il Concordato”. Una risposta arrivata al di là della quasi totale ipocrisia in Aula, dato che a Montecitorio nessuno aveva chiesto chiarimenti al premier, eccetto il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni (seppur solo nelle dichiarazioni di voto, quando lo stesso Draghi non poteva più rispondere, ndr).
Tradotto, in attesa della risposta del premier e in nome dell’attendismo e della tattica parlamentare, nemmeno dal Pd, dal M5s e dal blocco che ha approvato il testo in prima lettura alla Camera, si preferisce sbilanciarsi. Una situazione che imbarazza soprattutto in casa dem, dato che lo stesso segretario Enrico Letta, dopo la nota del Vaticano, aveva aperto al “dialogo”, per affrontare “i nodi giuridici”, pur ribadendo sostegno all’impianto della legge. Dal Nazareno, invece, avevano frenato: non c’è un’apertura alle modifiche, si ribadiva, così come fatto per mesi, di fronte all’ostruzionismo delle destre a Palazzo Madama.
Una posizione chiara però dal segretario Letta non arriva: di fronte alla domanda diretta da parte de Ilfattoquotidiano.it., intercettato prima e durante una conferenza stampa (sul ‘secondo percettore di reddito’, ndr) a Montecitorio, il segretario non ha voluto precisare se il Pd apra o meno a modifiche. Al contrario di quanto fatto dallo stesso relatore Alessandro Zan, che invece insiste: “Modificare la legge? Questo la porterebbe verso un binario morto. Auspico che il testo resti così com’è: tra decreti del recovery Plan. sessione di bilancio e in futuro l’elezione del capo dello Stato, sarebbe difficile trovare spazi in futuro per affrontare la legge”, ha avvertito. Tradotto, i tempi per tornare alla Camera dopo un’eventuale modifica al Senato, secondo Zan, non ci sono. “Se mi aspettavo parole nette dal segretario Letta? Aprire al dialogo non significa accettare modifiche, più volte ha ribadito che per il Pd il testo va bene così com’è”, ha continuato Zan, tornando a bollare come “un’ingerenza” quella del Vaticano. “Voglio ribadirlo: meglio nessuna legge che una cattiva legge. Ogni parola che viene cambiata può incidere sulla vita delle persone”, ha avvertito Zan. Nell’attesa che lo stesso Letta chiarisca la posizione del partito.