La Squadra mobile della Questura di Foggia ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a sei ragazzi tra i 20 e i 23 anni con le accuse di truffa e stalking ai danni di Marco Ferrazzano, 29enne affetto da disabilità trovato senza vita sui binari nel tratto ferroviario tra Foggia e San Severo il 22 gennaio scorso. Appena dopo la morte, in seguito alle prime indagini, gli investigatori avevano ricondotto il gesto a un suicidio, legato al furto del telefonino che il ragazzo aveva subito e denunciato appena qualche ora prima. Stando al suo racconto, il giorno prima era stato avvicinato da due persone a bordo di uno scooter che gli avevano chiesto di usare il cellulare per effettuare una telefonata. Spaventato, temendo eventuali ripercussioni se si fosse rifiutato, Ferrazzano aveva ceduto lo smartphone ai due malviventi che si erano immediatamente allontanati. Dagli accertamenti, inoltre, era emerso che più volte il ragazzo era stato vittima di bullismo da parte di altre persone, le stesse indagate oggi dalla procura foggiana.
I bulli costringevano Ferrazzano a restare in loro compagnia contro il suo volere, obbligandolo, ad esempio, a telefonare a degli sconosciuti per rivolgere loro degli insulti o a farsi investire da dei motorini. Dalle stesse indagini è emerso poi che il ragazzo era stato ripetutamente vittima di violenza fisica da parte degli indagati, e in un’occasione era stato anche messo a testa in giù e ripreso con un telefonino mentre veniva picchiato. Solo lo scorso anno – come documentano alcune carte fornite alla Procura dal polo ospedaliero di Foggia -, Ferrazzano si era recato in pronto soccorso dopo aver subito un’aggressione da parte di un suo conoscente rimediando una serie di escoriazioni al volto, dolori alla mano destra e una contusione al naso con prognosi di 20 giorni.
Il pomeriggio del 23 gennaio, poi, la madre del 29enne aveva denunciato la scomparsa del figlio alla Polizia ferroviaria di Foggia, precisando che il ragazzo – che abitualmente tornava a casa attorno alle 20.30 di sera ma risultava irraggiungibile da qualche ora – da anni soffriva di depressione e schizofrenia ed era in cura al Dipartimento di salute mentale. Nelle stesse ore veniva ritrovato il suo corpo senza vita, investito da un treno regionale. Il 10 febbraio, durante un servizio del programma televisivo Chi l’ha visto dedicato alla vicenda, era partita la denuncia per atti di bullismo e le indagini a carico degli indagati. La Procura, poi, era riuscita a recuperare il cellulare rubato di Ferrazzano, grazie al quale si è riusciti a capire che il ragazzo viveva un grosso malessere personale e in seguito al furto aveva provveduto a bloccare il suo numero sui dispositivi di tutti i suoi parenti.