Quando è stato chiesto a Jonas Salk chi avrebbe dovuto essere il proprietario del brevetto sul suo vaccino contro il poliovirus, ha risposto: “La gente, direi. Non c’è nessun brevetto. Si può brevettare il sole?”

Si stima che entro la fine del 2021 solo il 10% della popolazione mondiale avrà ricevuto i vaccini Covid-19. Pfizer, Moderna e altri produttori di vaccini possono produrre solo un determinato numero di dosi alla volta. I principali destinatari di questi vaccini saranno i cittadini statunitensi ed europei, poiché questi paesi ricchi hanno usato il loro potere d’acquisto per produrli. Molti paesi a basso e medio reddito, tuttavia, non hanno le risorse per vaccinare completamente le loro popolazioni.

Secondo Shobita Parthasarathy, professoressa di Public Policy alla University of Michigan, c’è una soluzione al problema. I produttori di farmaci generici in tutto il mondo, molti nei paesi in via di sviluppo, sarebbero pronti a produrre vaccini Covid-19, se solo l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc o Wto) adottasse una proposta presentata da India e Sudafrica per rinunciare temporaneamente ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini Covid-19 e altre tecnologie, tra cui alcuni brevetti e segreti commerciali. Un centinaio di paesi membri dell’Omc hanno già fornito sostegno alla proposta, ma Regno Unito, Unione Europea e altri paesi (in un primo momento gli Usa, che poi però si sono espressi in favore della liberalizzazione), uniti alle grandi multinazionali farmaceutiche, ne hanno bloccato il passaggio.

Alcuni potrebbero obiettare che Pfizer, Moderna e altri detentori di brevetti hanno investito ingenti somme di denaro nello sviluppo di vaccini e meritano di trarre profitto dal loro potere monopolistico. Ma anche i governi, quindi i contribuenti, hanno fornito miliardi di dollari in borse di ricerca e accordi di acquisto anticipato, specialmente durante le fasi iniziali. Inoltre, aziende come Pfizer hanno deciso unilateralmente di aumentare il prezzo del vaccino Covid molti mesi dopo gli accordi e gli aiuti statali ottenuti. Restituiranno ai governi che hanno finanziato il vaccino la somma ottenuta e parte del profitto? No, non lo faranno. Statene certi. Come osserva Mariana Mazzucato in questo editoriale, esiste una ideologia (neoliberista) che vorrebbe convincerci che è il settore privato la fonte delle più importanti innovazioni tecnologiche. Trattasi di un mito. Gran parte delle tecnologie che hanno arricchito alcune grandi aziende, come la Apple ad esempio, originano da aiuti statali e ricerca di base statale.

In questo articolo apparso su Pnas, si spiega che i finanziamenti pubblici (National institute of health) hanno contribuito alle pubblicazioni associate a ognuna delle 210 nuove medicine approvate dalla Food and Drug Administration dal 2010-2016.

Chi è il vero innovatore? Il mercato o la genialità di chi viene pagato dallo stato per studiare, far ricerca e scoprire nuove cose capaci di contribuire al benessere del mondo (anche se spesso molte nuove tecnologie sono derivate invece dalla ricerca militare)? Ovviamente, la liberalizzazione dei brevetti non garantirebbe automaticamente accesso universale ai vaccini nei paesi poveri vista la complessità e l’importanza del know how relativo alla produzione dei vaccini. Eppure è curiosa questa levata di scudi contro la proposta di centinaia di paesi in via di sviluppo a favore della liberalizzazione dei brevetti. I tifosi del protezionismo dei diritti intellettuali delle aziende farmaceutiche cos’hanno davvero più a cuore? La complessità relativa alla produzione dei vaccini nei paesi poveri o il diritto di aziende come Pfizer a guadagnare miliardi di dollari grazie alla pandemia? Qualcuno sicuramente ha a cuore tutte e due le questioni e altri nessuna delle due.

Tuttavia, non è singolare come le politiche neoliberiste vengano applicate a targhe alterne? Da decenni privatizzazione, liberalizzazione e deregulation sono invocate in tutti i settori della società, ma in questo caso il protezionismo a favore di oligopoli privati (sussidiati da denaro pubblico) è ampiamente accettato. Perfino durante una pandemia che ha ucciso milioni di persone e continuerà a mietere vittime, il profitto privato di pochi viene anteposto al diritto alla vita di molti? Come spiega questo editoriale apparso su Nature “una rinuncia al brevetto sui vaccini Covid è giusta e ragionevole. I paesi più ricchi devono riconoscere che tutti hanno dei benefici se la produzione di vaccini è distribuita uniformemente in tutto il mondo”.

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