Ancora oltre 16mila casi di positività. Si conferma il rimbalzo dei contagi nel Regno Unito, alimentati dalla variante Delta (ex indiana) del virus Sars Cov 2, con una quota giornaliera di test positivi pari a 16.703, il numero più alto dal 6 febbraio: circa 500 più di ieri seppure su una somma di test salita a quasi a 1,2 milioni. Rimane però più contenuto l’incremento del totale dei ricoveri ospedalieri (ora pari a 1531) grazie all’efficacia vaccinale con una sostanziale stabilità dei morti a livelli bassi (21 nelle 24 ore). I vaccini somministrati toccano intanto quasi 76 milioni di dosi, col 60,6% di tutta la popolazione adulta interamente immunizzata e l’83% a metà.

Le ultime indicazioni segnalano che in realtà la mutazione ex indiana appare destinato inevitabilmente a diffondersi anche altrove in Europa e nel mondo; fino a coprire – previsioni dei ricercatori alla mano – il 90% dei contagi di tutti Paesi Ue entro agosto. Mentre l’unico elemento da verificare sarà quello dell’effetto barriera che si spera garantito dall’accelerazione dei vaccini almeno rispetto alle infezioni gravi o al numero dei morti. Intanto le autorità sanitarie finlandesi riferiscono di un esteso focolaio di casi confermati di Covid-19 con variante Delta che ha colpito alcune strutture ospedaliere del Paese nel mese di maggio. La comunicazione è contenuta in una nota del ministero della Salute italiano indirizzata alle Regioni. Nella nota che riporta l’allerta internazionale, il ministero raccomanda alle Regioni di “applicare con rigore le misure di contenimento della trasmissione previste dalla normativa” e incentivare il sequenziamento e il contact tracing, sequenziando prioritariamente, tra gli altri, i campioni di individui in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti .

La nota ‘Allerta internazionale: cluster ospedalieri di casi Covid 19 da variante B1.617.2 (variante Delta) in Finlandia – maggio 2021’, datata 18 giugno, è firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Il focolaio finlandese, si legge, è originato da due casi indice recentemente rientrati dalla Thailandia ed ha interessato 4 strutture ospedaliere per un totale di 98 casi: 42 tra operatori sanitari e 56 tra pazienti. Il tasso di letalità è stato del 17,3% (17 su 98); i decessi hanno riguardato solo i pazienti. Dei 98 casi, 18 operatori sanitari e 42 pazienti avevano ricevuto almeno una dose di vaccino. Analogamente dei pazienti deceduti, il 70,6% (12 su17) aveva ricevuto almeno una dose di vaccino (un paziente aveva ricevuto entrambe le dosi previste). Le Autorità sanitarie finlandesi riferiscono dunque che “rispetto a precedenti esperienze di casi Covid-19, compresi quelli da VOC Alfa e Beta, questo evento ha mostrato una maggiore trasmissibilità della variante Delta e un’inadeguatezza delle misure di controllo messe in atto, che ha portato ad una riformulazione delle linee guida nazionali (sostituzione della mascherina chirurgica con maschere FFP2 nei contatti ad alto rischio con casi Covid 19 sintomatici)”.

L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla prevalenza delle varianti in Italia, ricorda il ministero, “riporta che i casi associati a varianti Kappa e Delta sono rari, sebbene sia stato osservato un recente aumento nella frequenza, soprattutto della variante Delta”. Alla luce di ciò, la nota raccomanda di applicare con rigore le misure di contenimento e di attuare il sequenziamento dando priorità ai campioni provenienti da: soggetti vaccinati che successivamente si infettano nonostante lo sviluppo di una risposta immunitaria; contesti ad alto rischio, quali ospedali nei quali vengono ricoverati pazienti immunocompromessi positivi per lunghi periodi; casi di reinfezione; individui in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti; aumento dei casi o cambiamento nella trasmissibilità e/o virulenza in un’area; cluster per valutare la catena di trasmissione.

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