“Faremo una riunione per decidere stasera, come squadra, cosa fare domani”. Il capitano della Nazionale Leonardo Bonucci, in conferenza stampa, non dà una risposta definitiva su quale sarà il comportamento degli azzurri prima del fischio d’inizio del match con l’Austria: si inginocchieranno in solidarietà con il movimento Black Lives Matter o non lo faranno, come ha sostenuto venerdì il Corriere della Sera? Anche il commissario tecnico Roberto Mancini elude la domanda: “Io sono qui per giocare la partita, per me la cosa più importante è la libertà. Sempre”. Domenica scorsa, in occasione della partita col Galles, solo cinque giocatori italiani (Rafael Toloi, Emerson Palmieri, Matteo Pessina, Federico Bernardeschi e Andrea Belotti) avevano scelto di compiere il gesto, altri sei (Gigio Donnarumma, Leonardo Bonucci, Jorginho, Marco Verratti, Alessandro Bastoni e Federico Chiesa) erano rimasti in piedi.
Secondo il quotidiano milanese, ieri gli azzurri avevano preso una decisione univoca: niente inginocchiamento. Una scelta che servirebbe per evitare di ripetere la scena vista contro il Galles. Nonostante la nota con cui la squadra ha ribadito di essere “contro il razzismo“, alla fine ha prevalso la linea del tutti in piedi. Finora la linea della Figc era stata, parola del presidente Gabriele Gravina, quella di “lasciare i ragazzi liberi di seguire le loro sensibilità”. Dopo la gara col Galles però la questione è diventata politica, con l’appello del segretario Pd Enrico Letta e la seguente polemica del leader della Lega, Matteo Salvini. Da qui la necessità di tenere un comportamento uniforme per evitare nuove confusioni. “A nome di tutta la squadra ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo”, ha dichiarato il responsabile della comunicazione della Nazionale italiana, Paolo Corbi.
Intanto, l’Uefa ha reso noto di aver nominato un ispettore per condurre un’indagine disciplinare in merito a potenziali incidenti discriminatori avvenuti all’Allianz Arena di Monaco, durante la partita della fase a gironi tra Germania e Ungheria (terminata 2-2), giocata il 23 giugno 2021. Il match è stato preceduto da diverse polemiche per la richiesta della città, bocciata dalla stessa Uefa, di illuminare lo stadio con i colori arcobaleno, simbolo dei diritti Lgbt. Sugli spalti diversi tifosi tedeschi hanno mostrato bandiere arcobaleno e sono stati segnalati cori omofobi da parte dei tifosi ungheresi. Dopo il gol del pareggio, Leon Goretzka ha esultato mostrando il cuore proprio verso gli spalti.