Camara Fantamadi era un bracciante di 27 anni originario del Mali. Giovedì 24 giugno, il suo corpo senza vita è stato trovato nelle campagne di Tuturano, frazione di Brindisi, da un automobilista di passaggio. Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, il ragazzo aveva lavorato almeno quattro ore nella campagna brindisina, ed è morto in seguito a un malore causato dal caldo e dalla stanchezza. Dopo la richiesta della famiglia, il pm ha disposto la restituzione della salma e la polizia locale ha contattato il fratello per iniziare le indagini.
Stando a quanto riferisce Drissa Kone, la rappresentante della comunità africana a Brindisi, Camara era residente a Eboli, in provincia di Salerno, ma era arrivato nella provincia pugliese da tre giorni “per lavorare nei campi“. “È stato stroncato da un malore dopo aver terminato il suo turno nella campagne di Tuturano: aveva zappato per 4 ore: paga di 6 euro l’ora“, continua Kone. Dopo la morte, il fratello ha espresso la volontà di riportare la salma di Camara in Mali, e “siccome per il rimpatrio sono necessari almeno 4mila euro, da questa mattina abbiamo avviato una raccolta fondi e speriamo di raggiungere l’obiettivo quanto prima”.
La morte di Camara ha creato apprensione nella comunità africana brindisina, che in queste ore ha chiesto e ottenuto dal sindaco della città pugliese, Riccardo Rossi, un provvedimento specifico. Così, da palazzo città è arrivata l’ordinanza – valida da lunedì 28 giugno – con cui si vieta di svolgere lavoro agricolo nei campi dalle 12 alle 16 del pomeriggio. “La vicenda di Camara Fantamadi – ha dichiarato Rossi – ha colpito tutta la nostra comunità. Molti sono i lavoratori morti negli anni a causa delle condizioni proibitive nelle campagne durante la stagione estiva. Per questo ho ritenuto corretto salvaguardare la salute dei lavoratori nelle giornate più calde, provvedendo ad emettere questa ordinanza. Il lavoro non può mai essere sfruttamento, deve essere rispettoso della dignità delle persone e garantire le condizioni di salute e sicurezza. Questa ordinanza, così come tanti altri sindaci stanno disponendo in questi giorni, ha lo scopo di ripristinare il diritto al lavoro e alla salute”. L’ordinanza di Rossi, infatti, segue lo stesso provvedimento valido dal 21 giugno preso dal sindaco di Nardò, Pippi Mellone.