È il giorno in cui il grande equivoco delle multiproprietà dovrà essere risolto. Una volta per tutte. La Salernitana per iscriversi alla prossima Serie A non dovrà più appartenere a Claudio Lotito, che possiede già la Lazio e non può avere due squadre nella stessa serie. Pena, la possibile esclusione dal campionato, non solo del club campano, anche di quello romano perché nelle sanzioni la norma include entrambe le società. Per evitare ricorsi, cause, caos, praticamente l’apocalisse, restano poche ore. E quindi, visto che, salvo sorprese clamorose, non si cede una squadra di calcio in una manciata di minuti, ecco probabilmente il tanto evocato “trust”. Purché sia una soluzione vera e non “alla Lotito”. Il trust è uno strumento giuridico, che serve per tutelare alcuni beni che appartengono ad un soggetto. Si può fare per varie ragioni: perché un proprietario conduce delle attività rischiose e vuole mettere il riparo il patrimonio dall’aggressione di eventuali creditori, ad esempio, o semplicemente per porre una distanza fra i propri beni ed i propri interessi, per una questione di opportunità. La caratteristica del trust è quella infatti di separare il bene dal suo proprietario, che ne rimane il beneficiario ultimo, ma non ne risulta più amministratore né tantomeno intestatario, perché ne delega interamente la gestione. Ed è quello che potrebbe succedere ora con la Salernitana.
Esiste un precedente nel calcio: da mesi la Sampdoria di Massimo Ferrero è formalmente stata posta in un trust, che ha lo scopo di vendere il club per estinguere i debiti della holding con il ricavato, e continua a giocare come se nulla fosse in Serie A. Una soluzione di dubbia opportunità, accettata però dalla Figc. A cui adesso si appella Lotito, anche se le due situazioni sono oggettivamente diverse. Il patron della Lazio vuole ripercorrere la stessa strada, tanto che si sarebbe affidato anche allo stesso esecutore, Gianluca Vidal, commercialista che ha seguito il trust della Samp e che è stato di recente anche in FederCalcio per discutere di quello della Salernitana. Il trust sarebbe già una concessione a Lotito. La norma che vieta le multiproprietà parla di “controllo diretto o indiretto”: Lotito si spoglierebbe della proprietà del club, ma ne resterebbe comunque il beneficiario per tutta la durata del trust (come dimostra anche il caso di Ferrero, che della Samp non è presidente ma continua a comportarsi come tale). Dunque ci sarebbero comunque dei dubbi di legittimità, ma la Figc lo accetterebbe. Ad alcune condizioni però. Sono tre i paletti posti dal presidente Gabriele Gravina: il mandato inderogabile alla vendita, con una cifra prestabilita da una società di revisione; la durata, di massimo sei mesi; la scelta del trustee, il “custode”, che dovrebbe essere una persona giuridica (come appunto una società di consulenza) e non una persona fisica. Sulle ultime due si discute da giorni e rischia di saltare il banco.
Lotito, che non accetta di “svendere” quello che considera un suo patrimonio, pretende di avere una persona di sua fiducia alla guida del trust (si era parlato di un magistrato, o un generale in pensione). E poi vorrebbe un arco di 12 mesi, condizione inaccettabile però per la Figc, che teme che fra un anno, con la Salernitana magari tornata in Serie B e la vendita non concretizzata, Lotito possa riprendersi il club. Invece la questione si deve risolvere una volta per tutte. In attesa che venga al pettine anche il nodo del Bari di De Laurentiis, che col Napoli resterebbe a quel punto l’ultima multiproprietà del pallone italiano. Tutti i fari sono puntati sulla Salernitana, Lotito e Gravina. C’è in gioco il futuro del club campano, ma anche della stabilità del prossimo campionato e della credibilità del nostro calcio. Il termine è fissato oggi a mezzanotte, entro cui la Salernitana deve comunicare alla FederCalcio come ha risolto il problema e quindi formalizzare l’iscrizione alla Serie A. Con Lotito non si può escludere nulla. Nemmeno una cessione a sorpresa dell’ultimo minuto, ma questa pare più difficile: tutte le offerte, vere o presunte tali di cui si è vociferato negli ultimi giorni non si sono concretizzate. La più seria forse è quella del gruppo Radrizzani, proprietario del Leeds, si è parlato anche di un fondo arabo con l’apporto di Blue Skye di Cerchione–D’avanzo (i due manager già soci di Elliott nel Milan). Ma nessuno, sapendo di una scadenza così ravvicinata, sembra essersi avvicinato alle pretese di Lotito, forse fuori mercato. Per questo il trust concederebbe un po’ di tempo e opportunità in più. La Figc attende la documentazione, che dovrà essere valutata dalla Covisoc e approvata (o bocciata) dal consiglio federale, al massimo entro la prima settimana di luglio (ma già prima si capirà l’esito dell’istruttoria). Tutti sperano che la Salernitana (e la Lazio, perché il destino dei due club è legato a doppio filo) si iscrivano al campionato senza problemi. Altrimenti sarà un’estate caldissima per il calcio italiano.