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Usa, New York sceglie un candidato sindaco “sceriffo” alle primarie dem. E Biden si (ri)scopre duro sulla sicurezza per non perdere voti nel 2022

Aumenta il crimine negli Usa, anche se i numeri non hanno nulla a che vedere con quanto accadeva negli anni Novanta. Ma la percezione tra molti americani è che la sicurezza sia sempre più a rischio. Così anche a Washington i dem fiutano il pericolo in vista delle elezioni di midterm del 2022 e, anziché tagliare i fondi alla polizia, ora Biden chiede di aumentare i poliziotti per le strade d'America, entrando in rotta di collisione con l'ala progressista del partito

A Washington, Joe Biden espone il suo piano per combattere la criminalità. Tra le misure proposte, perseguire in modo più radicale la vendita illegale di armi e usare nuovi fondi per assumere altri agenti di polizia. A New York, alle primarie democratiche per la carica di sindaco, guida con ampio margine di vantaggio Eric Adams (nella foto a destra), un ex capitano di polizia afro-americano che ha fatto della lotta alla criminalità il punto qualificante della sua strategia. I democratici riscoprono dunque la questione della sicurezza. Se la scorsa estate lo slogan in voga era “Defund the Police”, quello ora dominante – almeno in certi settori del mondo democratico – sembra essere diventato “Fund Them Better”, finanziala meglio.

Reati: dati reali e percezione Emergenza sanitaria, crisi economica, aumento delle povertà rendono l’America più fragile e timorosa e i democratici, pressati dalle critiche repubblicane e preoccupati di pagare un prezzo alle elezioni di midterm 2022, cercano di correre ai ripari e di mostrarsi “duri sulla sicurezza”. I dati sono da questo punto di vista controversi. Lo scorso marzo l’Fbi ha pubblicato un rapporto che illustra la situazione. Nel 2020 c’è stato un aumento di omicidi negli Stati Uniti del 25 per cento rispetto all’anno precedente. I crimini, nel complesso (quindi furti, violenze sessuali, reati vari contro le persone e le cose) sono però diminuiti del 6 per cento nello stesso 2020. Anche la percentuale di omicidi è comunque più bassa, di circa la metà, rispetto alla metà degli anni Novanta.

La vendita di armi negli Usa – Cifre e prospettiva storica sono però una cosa. Le percezioni sono altra cosa. E la percezione tra molti americani è che il crimine sia in rapido aumento e la sicurezza sempre più a rischio. Nel 2020 la vendita di armi è esplosa. In quei dodici mesi, l’Fbi ha condotto quasi 40 milioni di “background checks”, i controlli cui sono sottoposti possessori e acquirenti di armi da fuoco. Si tratta per l’appunto di un record, che supera ogni altro numero del passato. Le armi effettivamente vendute hanno superato i 21 milioni. Gli americani che hanno comprato un fucile o una pistola per la prima volta nella loro vita sono stati 8 milioni e mezzo. Questo vuol dire che, nell’anno in cui è esploso il Covid, oltre a riempire le dispense per il lockdown, gli americani correvano a dotarsi di un mezzo di difesa.

Le cifre ufficiali non rappresentano tra l’altro la reale entità del fenomeno: escluse dai dati dell’Fbi sono infatti le armi vendute alle fiere, quelle che ci si assembla a casa, quelle che passano di mano in mano senza passaggio di proprietà. Un caso significativo dell’ossessione securitaria che sta conquistando larghi settori di americani viene da New York. La città esce dai mesi del Covid con problemi enormi: aumento della disoccupazione, una crisi sanitaria che ha colpito le fasce di popolazione più povere, l’economia in profondo dissesto. I nuovi problemi si sono sommati a quelli più antichi, soprattutto la cronica mancanza di case, l’espulsione dei settori di popolazione meno abbienti, un divario di ricchezze che si fa sempre più insostenibile.

Eppure il tema che ha tenuto banco, in una campagna elettorale segnata da polemiche e candidati spesso insignificanti, è stato quello della criminalità. In ciò, New York riflette quello che succede nel resto d’America: un aumento di omicidi, che comunque restano molto al di sotto delle cifre del passato. Nel 2020 gli omicidi sono stati 447, con un aumento del 41 per cento rispetto al 2019. Soltanto nel 1990, le persone assassinate in città erano state 2245. Gli esperti attribuiscono il brusco aumento di morti violente a una combinazione di fattori: gli effetti economici e in termini di salute mentale nei mesi del lockdown; la diffusione delle gang; l’aumento di armi da fuoco nelle mani dei privati. È stato così che il tema sicurezza ha guadagnato un ruolo centrale nella campagna elettorale per sindaco. Ed è così che un ex capitano di polizia, che dice di avere gli strumenti per riportare ordine e legalità, è balzato prima in testa ai sondaggi e conduce ora nella conta dei voti (i risultati definitivi ci saranno nei primi dieci giorni di luglio).

New York, il poliziotto che ha convinto gli afroamericani Eric Adams, il candidato in questione, ha in tema di sicurezza e criminalità un passato non facilmente definibile. Da un lato, quand’era capitano di polizia, ha preso posizioni coraggiose di denuncia del razzismo e a favore della riforma del suo stesso corpo. Il gruppo che ha contribuito a fondare, “100 Blacks in Law Enforcement Who Care”, denunciava gli abusi degli agenti e cercava di collaborare con le comunità locali, di quartiere, nella prevenzione del crimine. Al tempo stesso, Adams è rimasto un indefesso difensore della centralità del New York Police Department. Era a favore dello stop and frisk, contrario solo alle sue degenerazioni (la pratica di fermare e perquisire presunti sospetti per le strade, che finì per colpire in modo smisurato i giovani neri e ispanici). È a favore del ritorno degli agenti in borghese a pattugliare le strade (cosa cui gli attivisti di Black Lives Matter sono contrarissimi: gli agenti privi di identificazione sarebbero più portati a commettere abusi).

Soprattutto, Adams è contrario a qualsiasi operazione di taglio dei finanziamenti per la polizia. “Conosco gli agenti, so come tendono a comportarsi nei confronti dei politici, come possono affossare una carriera politica con le loro resistenze. Rilancerò un clima di collaborazione tra città e Dipartimento”, ha detto. Queste posizioni gli hanno attirato le critiche durissime del mondo progressista, cui lui ha risposto attaccando a sua volta l’inconcludenza e il velletarismo di buon cuore della sinistra ricca e bianca. “I vostri non sono altro che slogan – ha detto Adams – nel momento in cui bambini neri e ispanici vengono ammazzati nelle nostre strade”. Alla fine i newyorkesi, che già nel passato hanno mostrato di apprezzare sindaci non ortodossi e particolarmente aggressivi, gli hanno creduto. Adams ha fatto incetta di voti nei quartieri del Bronx e di Brooklyn dove vive la classe operaia nera più colpita dall’aumento della criminalità; e ora guida nella conta parziale dei voti, con un ampio margine di vantaggio proprio sulla candidata dei progressisti, Maya Wiley. A meno di clamorosi colpi di scena, sarà lui il prossimo 2 novembre a essere incoronato sindaco di New York City.

Verso le elezioni di Midterm: la ricerca del consenso – Le preoccupazioni in tema di sicurezza hanno però raggiunto anche la capitale, dove i democratici hanno cominciato a fiutare il pericolo. Quello di arrivare alla campagna per le elezioni di midterm 2022 come il partito dei liberal idealisti, incapaci di affrontare la criminalità, pronti a tagliare i fondi dei dipartimenti di polizia; di contro, invece, a un partito repubblicano che resterebbe granitico nella difesa degli agenti. È un’equazione che ha condotto alla presa di posizione di Joe Biden mercoledì alla Casa Bianca. Il presidente ha esposto la strategia anti-crimine della sua amministrazione. Questa comprende misure di prevenzione dei reati, come l’intensificazione della lotta contro la vendita illegale di armi; gli investimenti in programmi sociali per i giovani dei quartieri più difficili; programmi per il reinserimento sociale degli ex detenuti. Ma Biden ha anche invitato città e Stati a utilizzare i 350 miliardi di dollari, parte della legge di stimolo anti-Covid approvata a marzo, per assumere più agenti di polizia.

Si tratta di una scelta che mette il presidente e buona parte della leadership del partito in rotta di collisione con il mondo democratico progressista. Biden non è nuovo a prese di posizione energiche in tema di sicurezza. Nel 1994 sponsorizzò e scrisse una legge che, oggi, è considerata responsabile dell’incarcerazione di milioni di giovani afro-americani. Nonostante il presidente – nei mesi di campagna elettorale, quando si trattava di conquistare il voto afro-americano – abbia fatto ammenda, non ha però mai abbracciato le richieste di definanziare i dipartimenti di polizia, che venivano da Black Lives Matter e dalla sinistra. Ora Biden prende apertamente posizione e chiede di aumentare il numero di agenti per le strade d’America. “Non è il momento di voltare le spalle ai nostri agenti e alle nostre comunità”, spiega. C’è chi, tra i democratici, cerca di trovare un compromesso tra spinte diverse. “Siamo il solo partito a Washington che finanzia la polizia e che al tempo stesso si batte per la giustizia razziale”, dice Sean Patrick Maloney, deputato di New York. Ma è un compromesso difficile da trovare e la spaccatura tra i democratici è già evidente. L’ala più progressista dei deputati della Camera denuncia: aumentare il numero degli agenti, è ancora una volta un modo per alimentare “un sistema fallito” e fondato sulla supremazia bianca.