“E’ un errore sbloccare i licenziamenti al primo di luglio, lo diciamo al presidente del Consiglio Draghi, a Confindustria, a Confapi. I problemi e le riorganizzazioni non si devono affrontare coi licenziamenti. Abbiamo bisogno di politiche industriali e ammortizzatori sociali degni di questo nome”. Il leader della Cigl Maurizio Landini si è rivolto così al governo e agli industriali dalla piazza torinese in cui le sigle confederali manifestano per chiedere il prolungamento del blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre in tutti i settori, per ottenere una seria riforma degli ammortizzatori e per rilanciare le politiche attive per il lavoro. Lo slogan della triplice manifestazione – a Torino, Bari e Firenze – è “Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani”. Da giovedì 1° luglio, dopo quasi 500 giorni di stop, le aziende manifatturiere potranno tornare a licenziare i propri dipendenti, mentre il blocco rimarrà solo per i servizi. Senza interventi, i posti di lavoro a rischio secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio sono 70mila, anche se le sigle sindacali sostengono che i numeri siano potenzialmente molto più alti, fino a 700mila. Resta il fatto che, in vigenza del blocco che tutela solo i lavoratori stabili, si sono perse centinaia di migliaia di posti a termine e posizioni di lavoro autonomo.

Cgil, Cisl e Uil sono contrarie alla proroga selettiva a cui lavora il governo, che dovrebbe riguardare solo il tessile-abbigliamento e il calzaturiero: secondo il leader della Cisl Pierpaolo Bombardieri, intervistato da Repubblica, questa proposta è “inattuabile” perché “all’interno dei comparti non tutti hanno lo stesso contratto” e dunque, per esempio, salvaguardare il tessile vuol dire lasciar fuori “le aziende che fabbricano bottoni, che fanno parte del comparto gomma e plastica”. Bombardieri fa anche notare che “delle risorse utilizzate in questo Paese fino a adesso, più di 170 miliardi, più del 70% sono andate a favore delle aziende e dei lavoratori privati. Giustamente, ci mancherebbe che in un momento così drammatico gli aiuti non fossero generalizzati. Però vorremmo sottolineare che quegli aiuti e quei soldi non sono stati dati in modo selettivo, che è il modo che si pensa di utilizzare per i licenziamenti, sono stati dati a tutte le aziende. Da quelle che hanno sede sociale all’estero a quelle che non manterranno i livelli occupazionali. Questa cosa avviene solo in questo Paese, in Europa non è successo”.

Il ministro del lavoro Andrea Orlando a Live In Firenze di SkyTg24 ha ammesso che il rischio sociale evocato anche dalla ministra Luciana Lamorgese “esiste, non va drammatizzato, credo che ci siano gli strumenti per gestirlo, ma il rischio esiste e credo sia sbagliato rimuoverlo o negarlo come si è fatto nel dibattito pubblico. Il rischio esiste perché anche quando ci sarà la ripresa non è detto che porti con sé una proporzionale ripresa dal punto di vista occupazionale e non è detto che l’occupazione ritorni nei settori in cui si è perduta”.

Landini: “E’ il momento di unire, evitare nuove fratture sociali” – “Chiediamo qui oggi che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Chiediamo che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro. È il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali”, ha chiesto il leader Cgil Landini dalla piazza di Torino dove ci sono anche gli operai della ex Embraco che saliranno sul palco. “Il Parlamento e il governo sanno perfettamente le nostre proposte e se vogliono ci sono le condizioni per trovare le soluzioni. Il problema è la volontà politica se c’è, delle imprese e del governo, dopo di che se ciò non dovesse succedere valuteremo insieme a Cisl e Uil che cosa fare. Io mi auguro che prevalga la responsabilità e l’intelligenza di tutti”. Il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo a Live in Firenze di Sky ha commentato: “Credo che occorra dare ascolto ai lavoratori, a questa richiesta molto forte di attenzione a questo passaggio del blocco dei licenziamenti. La nostra proposta è quella per una selettività. Ci sono settori in cui è importante che rimanga, altri in cui non avrebbe senso continuare”.

“Chi non garantisce la sicurezza non può continuare a produrre” – Landini ha affrontato anche il tema della sicurezza sul lavoro: “Le imprese che non rispettano le regole e che non garantiscono la sicurezza non possono continuare a lavorare e non possono continuare a produrre. La sicurezza deve diventare non costo, ma un investimento e una carta d’identità di qualità del nostro Paese”. “Ci sono delle scelte molto precise da fare, bisogna assumere degli ispettori, bisogna rafforzare sulla prevenzione i servizi di medicina territoriale e soprattutto bisogna introdurre quella che noi chiamiamo patente a punti. Le imprese che non rispettano le regole e che non garantiscono la sicurezza non possono continuare a lavorare e non possono continuare a produrre”. In uno degli interventi è stato ricordato il sindacalista Si Cobas investito durante un picchetto in provincia di Novara, Adil Belakhdim. “Siamo per la libertà delle persone di scegliersi il sindacato”, ha detto Landini dal palco, riferendosi appunto ai Si Cobas che accusano i confederali di “sedersi con i padroni per decidere”. “Ma quando una persona si batte e perde la vita per difendere i diritti dobbiamo dire che non è accettabile. Ma mi ha colpito che purtroppo è stato un altro lavoratore dipendente che non si è fermato a quel picchetto. E sono due le famiglie nel dramma oggi, con figli senza due genitori o un genitore che rischia di pagare per quello che ha fatto“.

“Stop alla precarietà e competizione tra lavoratori” – Quanto alla presunta difficoltà per le aziende di trovare lavoratori “a causa” dei sussidi, a partire dal reddito di cittadinanza, Bombardieri ha ricordato che i dati Istat mostrano “che questo Paese è più povero, che lo sono soprattutto i giovani e che la povertà è arrivata anche in Regioni del Nord che erano fuori da questo circuito”. Le aziende che dicono di non trovare i lavoratori? “Dovrebbero dirci quali qualifiche cercano, per darci la possibilità di avviare un gigantesco programma di riqualificazione professionale, coinvolgendo anche i fondi interprofessionali. Certo, non vorremmo che ci fosse molta fretta solo di licenziare i cinquantenni per assumere i giovani usufruendo degli sgravi fiscali”. Landini ha aggiunto che “le riforme e gli investimenti che vanno fatti” con i soldi del Recovery “debbono creare lavoro stabile, basta precarietà e soprattutto è importante che tutte le persone che lavorano abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele. Per noi non è più accettabile quello che sta succedendo, cioè una competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Questo dovrebbe preoccupare anche chi fa politica e dovrebbe anche vedere un intervento degli imprenditori perché chi vuole fare, e ce ne sono tanti, seriamente l’imprenditore nel nostro Paese, sa che quelli che non applicano i diritti, non applicano i contratti e che fanno i furbi, stanno facendo una competizione sleale anche nei loro confronti”.

In piazza Castello ci sono delegazioni provenienti dalle regioni del Nord, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige. Sul palco intervengono sei delegati, in rappresentanza dei lavoratori dell’edilizia, della scuola, della sanità, dei servizi, dell’industria e dei pensionati. A Firenze a Piazza Santa Croce ci sarà il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a Bari a Piazza della Libertà, Bombardieri.

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