“Lo scontro tra Conte e Grillo? Cacciari dice che è necessario che si ricomponga perché è esperto di logica. Ma qui siamo in un manicomio. Non si capisce più niente: sia che sia lucido, sia che non lo sia, Grillo è un disastro”. Così, a “Otto e mezzo” (La7), il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, si pronuncia sulla disputa Conte-Grillo e sul caso nel M5s, analizzando nel dettaglio la cronistoria dei fatti accaduti.
Sul dietrofront di Grillo, osserva: “Ha sparato a zero come se fosse in uno show, facendo un esame del sangue grillino a Conte, dopo che aveva consegnato la tessera onoraria grillina a Draghi e a Cingolani, cioè ai due personaggi forse più lontani dalla storia e dalle idee dei 5 Stelle, e dopo aver costretto il M5s a entrare con le mani alzate dentro il governo Draghi. Se Grillo è lucido, dobbiamo davvero pensare che secondo lui uno che ha fatto il presidente del Consiglio possa accettare di andare nel M5s per fare il suo portaborse o il suo prestanome. Ma allora Grillo faccia il capo politico come una volta. Perché ha chiamato Conte?”.
Travaglio aggiunge: “Credo che abbiano due giorni di tempo per decidere, perché Conte, che non è impulsivo, ha deciso di non reagire e di aspettare lunedì, forse nella speranza che Grillo abbia capito cosa ha combinato. Questo scontro non è una messinscena, ma è reale. Se oggi Conte avesse fatto una conferenza stampa, avrebbe annunciato: ‘Game over, vi saluto’. Grillo è venuto a Roma apposta per offenderlo e sfregiarlo e per aizzargli contro i gruppi parlamentari, il che sarebbe assolutamente comprensibile e legittimo se non fosse stato Grillo stesso a chiamare Conte per chiedergli di rifondare il Movimento e di riscrivere lo Statuto. Le macerie che ha lasciato quello show molto triste di Grillo – conclude – sono palpabili, a sentire quelli del M5s. Sono nel marasma più totale, perché sanno benissimo che se Conte dice di no, il M5s non troverà un altro capo politico ma scoveranno solo una testa di legno che farà il nuovo leader. Non c’è la fila per questo ruolo, anche perché, in caso di rifiuto di Conte, il M5s si inabissa, scompare, implode. E ci saranno milioni di persone che non si sentiranno rappresentate da nessuno e che, anche se Conte non vuole, lo costringeranno a fare un nuovo movimento”.