Lavoro & Precari

Non si trovano lavoratori? In Versilia non c’è un posto. “12 ore per 30 euro. Lì per lì accetti per i soldi. Poi guardi i contributi e ti rendi conto”

Dopo l’inchiesta con la telecamera nascosta in Romagna (PRIMA PUNTATA/SECONDA PUNTATA), siamo stati in Toscana, in Versilia, dove girando tra bar, ristoranti, strutture ricettive e stabilimenti balneari abbiamo battuto tutta la costa da Viareggio fino a Marina di Massa. Qui adesso quasi tutti hanno trovato il personale che, stando a una certa retorica, sarebbe stato difficile da trovare “a causa del reddito di cittadinanza”, dopo che per anni il luogo comune utilizzato in queste situazioni era quello dei “giovani schizzinosi”. “Cercare lavoro, anche stagionale e mal pagato, è sempre un operazione estenuante – spiega a ilfattoquotidiano.it la segretaria Filcams Cgil Sabina Bigazzi – e dalle denunce che raccontiamo ogni anno a fine stagione siamo sicuri che le condizioni di lavoro proposte da molti imprenditori del settore turistico e della ristorazione siano inaccettabili”. Anche qui, come in altre zone d’Italia, si sentono proposte di orari di lavoro massacranti e/o ampio uso di lavoro irregolare. “Quattro ore in regola e le altre a nero è quasi la prassi – racconta dati alla mano la sindacalista che segue con particolare attenzione la situazione della provincia di Lucca – ancora nelle scorse settimane l’ispettorato del lavoro ha controllato 340 pubblici esercizi individuando in oltre il 60% di essi lavoro nero e altre irregolarità”.

Per quel che vale, a scopo indicativo e senza pretese statistiche, nel nostro giro da “aspiranti stagionali” su 75 locali e stabilimenti tra i quali abbiamo girato con microfono e videocamera nascosta, 56 non avevano bisogno di personale, i restanti si dividono tra 15 che facevano proposte che presentavano irregolarità nelle (promesse) modalità di pagamento, lavoro nero o parzialmente dichiarato, doppi servizi con oltre 12 ore al giorno di lavoro, spesso per sette su sette, con compensi mensili promessi che andavano dai 700 ai 1.000 euro. “Se anche fosse davvero che il reddito di cittadinanza, che di fatto è un sussidio minimo – spiega ancora Bigazzi – dovesse anche avere avuto l’effetto di consentire a qualcuno di rifiutare condizioni di semi-schiavitù non può che essere un’ottima notizia”. Oltre alle proposte ricevute da noi, quattro giovani che lavorano tra stabilimenti e bar ci confermano l’andazzo generale “le condizioni di lavoro sono queste da anni, ci sono anche situazioni regolari ma sono eccezioni che confermano la regola generale di un mondo fatto di lavoro grigio e poche tutele, per i ragazzini come per le persone che lavorano nel settore da anni”.