Politica

C’era una volta un grillo saggio, come quello di Pinocchio, ma questo diceva parolacce…

di Bruno Maggioni

In queste sere di calura, tra un pensiero alle vacanze e l’altro alle varianti del virus che incombono, mi sono addormentato davanti alla tv mentre scorrevano le solite notizie: i contagi, le varianti, i battibecchi dei politici, i soldi e i progetti del Recovery plan. Ero agitato, forse un pasto pesante, ho fatto un sogno, quasi un incubo anche se avevo ancora in mente le favole raccontate per mettere a letto i bambini.

C’era un grillo saggio, quasi come quello di Pinocchio, ma questo diceva parolacce e aveva tanta gente che lo stava ad ascoltare. Quelli che lo ascoltavano non erano quelli “fighi”, non erano quelli trendy, ma erano gli altri, quelli che stanno lì a guardare quelli che si accapigliano per il potere e per i soldi. Erano quelli fuori dal “sistema”, quelli senza gli amici giusti, quelli fuori da tutti i giri e soprattutto erano ignoranti perché non sanno come vanno le cose nella vita.

La cosa evolve e per un incantesimo questi ignoranti finiscono nella stanza dei bottoni, non sono già più quelli dell’inizio perché, si sa, tanti vogliono salire sul carro del vincitore e ci sono pure gli infiltrati. Gli amici degli amici hanno perso quasi tutti i riferimenti e si sentono esclusi, vedono che le cose si possono fare in modo diverso e addirittura senza di loro. Ci vorrebbe un martello per fare come nella fiaba di Pinocchio, un bel colpo al grillo e finisce tutto, ma tutti abbiamo pensato male di Pinocchio perché lo ha fatto e allora serve un’idea.

Mentre si pensa a cosa fare arriva la pandemia, con i suoi numeri alla rinfusa, gli esperti confusi, le chiusure e soprattutto con il Recovery plan: tanti soldi per tutti. “Come? Si fa una festa che sarà memorabile e non sono invitato?” dice l’amico dell’amico, “qui si deve correre ai ripari, questo è davvero troppo”. Quindi si fanno i comizi nelle piazze per chiamare il pifferaio magico che con il suo flauto ci libererà dall’invasione dei topi e dalla pandemia.

Il pifferaio inizia a suonare ed effettivamente tutti i topi si allineano per andare nella direzione indicata, anche perché l’eco del suo suono è ripetuta in tutti gli angoli dagli amici degli amici. E tutto torna sotto controllo, come prima, ad ognuno la sua parte. Se sei dalla parte giusta, ovviamente!

Ci siamo dimenticati del grillo? Ma no! Abbiamo pensato anche a lui. Bisogna far sì che non solo il grillo la smetta di fare il saggio, ma che Pinocchio, insieme agli altri burattini, non lo ascolti e si faccia manovrare senza fatica. Non so se i grilli hanno famiglia, so che i rinoceronti sono monogami come i piccioni, ma questo del mio sogno ce l’aveva una famiglia e non potendo essere convinto in altro modo come tutti gli altri, gli si mette sul piatto della bilancia un figlio. Quindi il grillo la smette di dare buoni consigli a Pinocchio e agli altri burattini, ma non basta. Gli amici degli amici vogliono essere sicuri che la più grande festa degli ultimi 70 anni non sia disturbata: il pericolo va cancellato.

Il grillo deve ora dare i cattivi consigli a Pinocchio, ma non basta ancora, deve anche perdere quest’aura di saggio e diventare solo un pazzo che dice cosa senza senso. E il grillo-papà lo fa, inizia ad andare in giro dicendo cose assurde, inaccettabili soprattutto per i burattini, e scava la fossa sotto i piedi al Pinocchio a cui tutti gli altri burattini guardavano per sapere cosa fare, non avendo amici degli amici a tutelarli. E così la storia si chiude e il sogno finisce, il grillo parlante ha smesso di essere saggio, anzi è “come tutti gli altri”, e nessun burattino deve più muoversi da solo, lasciamo il pifferaio a continuare la sua opera con gli amici degli amici.

Mi sveglio sudato, di soprassalto, con l’angoscia nel cuore perché un pensiero mi pervade la mente: la favola del pifferaio magico finisce con tutti i topi in fondo al mare… e un nodo mi stringe la gola.

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