Durissimo j’accuse dello psichiatra Paolo Crepet sui danni psicologici da pandemia, subiti in particolare dai ragazzi. Il medico, ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, osserva: “Abbiamo scelto di dare la parola solo ed esclusivamente alla categoria dei virologi e microbiologi. Pensare per un anno e mezzo solo con la loro testa è stato un errore formidabile. Il virologo e il microbiologo, con tutto il rispetto, sanno di psicologia umana quanto io so di fisica atomica. Il fatto stesso che nel Cts non ci sia neanche l’ombra di persone che avessero competenze di relazioni, di emotività, di psicologia, di qualsiasi cosa avesse a che fare con la persona, la dice lunga”.
E aggiunge: “Noi non siamo un mucchio di cellule e non lo saremo mai. Per quelle persone che hanno passato la loro vita con un microscopio diventa difficile capire che cosa è la voglia di piangere o d abbracciarsi. Ovviamente non sto perorando la causa di far introdurre uno psichiatra nel Cts, per carità, ma il punto è capire che l’abbraccio o il sapere che un proprio congiunto è vicino fa parte della terapia. E lo dico da medico. Non capire questo, secondo me, è non capire niente di medicina. Le convulsioni narcisistiche televisive di una serie di persone che non nomino sono l’esatta riproduzione di una visione organicistica della persona. Cioè: ‘noi siamo i nostri organi’. Ma in realtà oltre al corpo, c’è la mente: è l’abc della medicina. Avete sentito per caso l’ordine dei medici mettere bocca su questo? – accusa – Io non so ancora perché l’ho pagato per 40 anni, forse a nome della medicina e di Ippocrate l’ordine dei medici poteva dire anche qualcosa. Non c’è stata neanche mezza persona che ha detto nulla. E poi non ci sorprendiamo che la psiche diventi una roba strana e vadano tutti dal pranoterapeuta. Torneremo a imporre le mani sulla capoccia di qualcuno, torneremo nel meraviglioso Medioevo. E sorvolo sui tanti che non si vogliono vaccinare, perché poi in giro c’è tutta una ignoranza spaventosa“.
Crepet si sofferma sui danni subiti da più giovani: “Basterebbe vedere cosa abbiamo fatto coi ragazzi: li abbiamo rinchiusi un anno e mezzo in uno stanzino. E questa è stata una cosa abominevole. Ci sono state pesanti ricadute, come è stato pubblicato qualche giorno fa da The Lancet: c’è stato un aumento del 60% della miopia nei giovani perché non hanno potuto vedere la luce solare. Non capire neanche questo comincia a essere grave. Chi è che paga? – conclude – Adesso i nostri figli sono ciccioni, curvi e mezzi ciechi. Ricordo che durante il lockdown in Inghilterra li hanno fatti giocare a rugby, chiudendo le docce, che potevano essere luoghi a rischio. Perché non abbiamo accettato di correre un rischio pur di salvare i nostri ragazzi? Ora qualcuno si lamenta perché i più giovani stanno tutti ammucchiati nelle piazze cittadine. E per forza: quando apri il cancello, il toro è arrabbiato“.