In una dichiarazione diffusa il 24 giugno, Amnesty International ha accusato la polizia israeliana di aver commesso, durante e dopo il confitto in Israele e a Gaza, una lunga serie di violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi in Israele e a Gerusalemme Est occupata, attraverso una campagna repressiva basata su arresti di massa, uso illegale della forza contro manifestanti pacifici, maltrattamenti e torture. La dichiarazione, in versione inglese, può essere letta qui.

Una delle denunce più gravi riguarda la mancata protezione dei cittadini palestinesi di Israele dagli attacchi di gruppi di suprematisti ebraici armati, persino quando tali attacchi erano stati resi noti in anticipo e la polizia ne era o avrebbe dovuto esserne a conoscenza.

Amnesty International ha analizzato 29 messaggi testuali e vocali su gruppi aperti di Telegram e WhatsApp, dai quali è emerso come queste app siano state utilizzate per reclutare uomini armati e organizzare attacchi contro i palestinesi, tra il 10 e il 21 maggio, nelle città con popolazione ebraica e araba come Haifa, Acri, Nazareth e Lod. I messaggi comprendevano istruzioni su dove e quando radunarsi, sulle armi da portare e persino dettagli sull’abbigliamento delle persone da colpire, in modo da evitare di confondere ebrei di origine mediorientale con arabi palestinesi.

Il 12 maggio centinaia di suprematisti ebraici si sono riuniti sulla passeggiata di Bat Yam dopo aver ricevuto messaggi dal partito politico “Potere ebraico” e da altri gruppi. Le immagini verificate da Amnesty International mostrano decine di persone che assaltano negozi di palestinesi e incoraggiano altri ad attaccare. Un palestinese di nome Said Musa è stato picchiato e investito da con un motorino. Per questo episodio, sei israeliani sono sotto inchiesta.

Rappresentanti politici hanno istigato alla violenza. Tra questi il deputato Itamar Ben-Gvir, sempre di “Potere ebraico”, che ha incitato i suoi sostenitori a recarsi a Lod e in altre città e invocato l’uccisione di chi lanciava pietre, e il sindaco di Lod, Yair Revivo, che ha descritto gli eventi in corso in città come un pogrom contro gli ebrei.

Gli arresti di quattro suprematisti ebraici per l’uccisione di un palestinese di nome Musa Hassuna sono stati descritti dal ministro per la Sicurezza pubblica Amir Ohana “un fatto terribile”: dopo tre giorni sono stati rimessi in libertà su cauzione.

Il comportamento della polizia e la mancata condanna, se non il vero e proprio incitamento, della violenza rischiano di aggravare uno dei peggiori effetti della “quarta guerra di Gaza”: la violenza tra cittadini ebrei e cittadini palestinesi all’interno di Israele.

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