Una sanzione da 1.032 euro e cinquemila euro alla parte civile. È la condanna inflitta dal tribunale di Torino alla viceministra dell’Economia, Laura Castelli. Castelli è stata riconosciuta colpevole di diffamazione aggravata: i fatti risalgono al 2016. Il procedimento riguardava un post su Facebook in cui l’esponente del Movimento 5 stelle pubblicava una foto di Piero Fassino, all’epoca sindaco di Torino, con Lidia Roscaneanu, candidata Pd alle amministrative del capoluogo piemontese. “Che legami chi sono fra i due? Fassino dà un appalto per il bar del tribunale a un’azienda fallita tre volte, che si occupa di aree verdi, con un ribasso sospetto. La procura indaga. Fassino candida la barista nelle sue liste. Quantomeno inopportuno… che ne dite?”, aveva scritto Castelli a corredo della foto. Sotto il post furono molti gli insulti sessisti e razzisti contro la donna, di origini romene.

Insieme alla Castelli sono stati condannati anche altri due imputati, mentre altre tre persone sono state assolte per la “tenuità del fatto“. A gennaio saranno processati altri 6 imputati che hanno scelto l’abbreviato e il patteggiamento. “Il post non aveva contenuto diffamatorio, ma diretto a far emergere una notizia di interesse pubblico, inerente alla gara d’appalto irregolare relativa al bar del Palagiustizia di Torino. Per questa vicenda, lo scorso 21 marzo, il Tribunale di Torino ha emesso una sentenza di condanna a carico di otto imputati. La veridicità del fatto oggetto del post è il fondamento dell’esercizio di critica politica garantita dall’art. 21 della Costituzione. Rispetto la sentenza, ma presenterò appello, certa che nel giudizio di secondo grado verrà riconosciuta la scriminante dell’esercizio del diritto di critica politica”, replica Castelli.

Roscaneanu aveva testimoniato in aula il 22 febbraio scorso, confermando di essere – all’epoca dei fatti – cassiera al bar del Tribunale di Torino. “Avevo deciso di candidarmi alle elezioni comunali perché pensavo che mi sarebbe piaciuto che la comunità romena fosse rappresentata — ha raccontato —. Ma ho dovuto rinunciare, la notizia di quei commenti è arrivata fino in Romania. Ripubblicato sul blog di Beppe Grillo, quel post seguito dagli insulti ha avuto un milione di condivisioni”. Sentito come teste è stato anche l’ex sindaco Fassino, che non ha querelato Castelli perché, ha spiegato “una causa tra due politici può essere strumentalizzata. Ma ritengo assolutamente legittima l’iniziativa della signora Roscaneanu, perché è chiaro fin dal taglio della foto che il post era stato pubblicato con l’intenzione di accreditare cose non vere. Io non mi sono occupato delle candidature per le circoscrizioni, quindi la signora l’ho conosciuta in occasione dello scatto di quella foto poi tagliata isolando me e lei”.

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