La Procura, sulla base delle risultanze investigative prodotte dai carabinieri, ha emesso un decreto di fermo nei confronti del 48enne adesso recluso nella casa circondariale di Trento, come rende noto il suo legale, l’avvocato Nicola Canestrini, raggiunto telefonicamente dall’Ansa. Da qualche giorno il padre aveva cercato di mettersi in contatto con i figli, ma invano
I carabinieri hanno rintracciato e fermato il fratello di Enrico Pellegrini, 52 anni, ucciso a coltellate e poi chiuso in cantina in uno stabile di via Principi d’Acaja, a Torino. Carlo Pellegrini, fratello della vittima, è stato rintracciato nella casa di villeggiatura in Trentino. L’uomo, un avvocato di 48 anni di Mirano, viveva da qualche tempo nel capoluogo piemontese ed è stato sottoposto a fermo perché principale sospettato per l’omicidio del fratello, anche se non si conosce ancora il possibile movente.
Da accertare è anche la dinamica dei fatti. Da qualche giorno il padre aveva cercato di mettersi in contatto con i figli, ma invano. Non riuscendo ad accedere all’abitazione dove vivevano i due fratelli, venerdì aveva richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. L’appartamento era stato trovato in ordine, così aveva presentato la denuncia di scomparsa. Solo domenica 27 giugno il corpo senza vita del maggiore dei due fratelli è stato trovato chiuso in cantina con un coltello nel bulbo oculare. Non è chiaro se sia stato ucciso dove è stato trovato. L’unica certezza al momento è che la morte risalirebbe ai giorni precedenti il ritrovamento. Le indagini, coordinate dal pm Delia Boschetto, sono affidate ai militari del Nucleo investigativo del comando provinciale dell’arma, intervenuti con i tecnici per i rilevamenti scientifici. Secondo le prime informazioni, la vittima era disoccupata e da qualche tempo si era trasferita in quell’alloggio di proprietà del padre.
La procura di Torino, sulla base delle risultanze investigative prodotte dai carabinieri, ha emesso un decreto di fermo nei confronti del fratello adesso recluso nella casa circondariale di Trento, come rende noto il suo legale, l’avvocato Nicola Canestrini, raggiunto telefonicamente dall’Ansa. “Il mio cliente – spiega l’avvocato che difende Pellegrini insieme alla collega Carmela Parziale – è stato fermato dai carabinieri per essere identificato, anche se non c’era motivo visto che aveva con sé i documenti. Poi è stato ascoltato nuovamente come persona informata dei fatti. Il fermo è stato convalidato questa mattina anche se non sussisteva il pericolo di fuga”. “Il mio cliente – aggiunge il legale – non si è mai mosso dalla sua abitazione in una località turistica, dove si trovava da qualche giorno e non sa quali siano i fatti che gli vengono contestati”. Come ha sottolineato l’avvocato a LaPresse, il suo assistito “si era già presentato spontaneamente dai carabinieri per rilasciare sommarie informazioni. Poi oggi è arrivato il provvedimento restrittivo in carcere”.