Si riaprono i cancelli di Wimbledon, terzo Slam della stagione, dopo l’edizione 2020 cancellata a causa della pandemia. Il numero uno del mondo (nonché campione in carica) Novak Djokovic è il grande favorito, mentre su Roger Federer le incognite sono molte. Non ci sarà invece Rafael Nadal. Confermata la presenza del pubblico. Nonostante la variante Delta Wimbledon potrà contare sul 50% della capienza nei campi Ground durante i primi giorni del Major, arrivando al 100% per le finali (15mila persone). Un’edizione dove c’è grande curiosità anche per i dieci italiani al via. Soprattutto dopo i risultati ottenuti in questo 2021 e durante la stagione su erba cominciata tre settimane fa.
Una vittoria e una finale. È questo il ruolino di marcia azzurro verso Wimbledon. Mai nella storia del tennis italiano gli azzurri era stati così protagonisti sulla superficie verde. Matteo Berrettini ha vinto il prestigioso 500 del Queen’s (6-4 6-7 6-3 al britannico Cameron Norrie), mettendo in mostra una condizione fisica brillante e una predisposizione unica sull’erba. Il trofeo più importante della carriera del romano conferma quanto di buono si era visto due anni fa, con il successo nel 250 di Stoccarda e l’ottavo di finale a Wimbledon. Lorenzo Sonego invece è stato fermato solo in finale nel 250 di Eastbourne. Nel tie-break del terzo set ad avere la meglio è stato Alex De Minaur.
Alla luce di queste premesse, l’obiettivo della squadra azzurra è continuare a crescere. Anche lì dove il passato è sempre stato ostile. La storia degli italiani a Wimbledon è infatti priva di grandi soddisfazioni. L’erba è tradizionalmente una superficie ostica e poco praticata dalla scuola italiana, legata alla terra rossa. Quelle del 1998, 1979 e 1960 sono le sole edizioni che hanno visto gli italiani indossare i panni dei protagonisti. Appena tre anni nelle ultime sessanta edizioni. Nel 1998 Davide Sanguinetti raggiunse i quarti di finale (battuto da Krajicek 6-2 6-3 6-4). Lo stesso risultato di Adriano Panatta nel 1979, sconfitto in cinque set contro Pat Du Pré (3-6 6-4 6-7 6-4 6-3). Nicola Pietrangeli invece si fermò in semifinale nel 1960, sfiorando la finale contro Rod Laver (4-6 6-3 8-10 6-2 6-4). Quest’ultimo, ad oggi, è il miglior risultato mai ottenuto a Wimbledon da un italiano.
Le speranze maggiori di sfatare questo tabù sono riposte soprattutto su Matteo Berrettini. Esclusi Djokovic e Federer, nessuno tra Medvedev, Tsitsipas e Zverev sembra essere superiore al romano su questa superficie. Le doti di Berrettini (grande servizio e diritto) si sposano perfettamente con questi campi. Il sorteggio, poi, è stato abbastanza benevolo. Novak Djokovic questa volta non sarà lungo il cammino dell’azzurro. Il suo torneo comincerà contro l’argentino Guido Pella. E gli altri italiani? Difficile l’esordio di Jannik Sinner – chiamato a dare una riposta dopo le ultime uscite opache – contro l’ungherese Fucsovics. Fabio Fognini gioca contro Albert-Ramos, mentre Lorenzo Sonego avrà di fronte Pedro Sousa. Subito un test impegnativo per Lorenzo Musetti. Il 19enne di Carrara ha pescato il vincitore del 1000 di Miami Hurkacz. Mager, Seppi, Travaglia, Caruso e Cecchinato sono stati sorteggiati rispettivamente con Londero, Joao Sousa, Martinez, Cilic e Broady.
Le posizioni degli italiani a Wimbledon – In questa prima parte di 2021 Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini e Musetti sono stati assoluti protagonisti nel circuito, sia nei tornei minori che nei Major. L’ultimo di questi – il Roland Garros a Parigi – ha visto per la prima volta tre italiani agli ottavi e un quarto di finale che mancava da dieci anni (Fabio Fognini nel 2011). Titoli, risultati ed exploit che hanno generato delle classifiche mai così rosee, negli ultimi 40 anni, alla vigilia dei Championships. La squadra italiana si presenta a Wimbledon con Berrettini come numero 9 del mondo, Sinner alla posizione 23, Sonego alla 27 e Fognini alla 31. Nella Race invece Berrettini e Sinner sono in top 10 (rispettivamente al settimo e al nono posto), Sonego è n. 15, mentre Fognini e Musetti sono n. 27 e 28.
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