Diciamo la verità. Meno male che al Governo ora c’è Mario Draghi. Un Governo con un Premier preparato, stimato e pragmatico che sta cercando di risollevare le sorti dell’Italia dai danni lasciati dalle ipocrisie e incompetenze del precedente Governo Conte. Delle lotte per il potere residuo dei 5Stelle poco mi importa: stiamo assistendo a scene pietose degne di un film di Antonio Albanese.

Per la verità Giuseppe Conte ci ricorda di più il personaggio di Woody Allen, Leopoldo Pisanello, nel film To Rome with Love. Un illustre sconosciuto che si ritrova senza alcun merito al centro della scena mediatica. Dove i giornalisti riportano con enfasi ogni fesseria pronunciata. Ma una volta ritornato uomo comune si accorge che la notorietà gli manca. Il personaggio del film è interpretato dal grande Roberto Benigni. Qui da un uomo che si è montato letteralmente la testa.

Ecco, questo è proprio ciò che rappresenta Conte in questo momento. Un signor nessuno, utilizzato da Grillo e Salvini per fare un governo di destra. Un governo con vicepremier Di Maio e Salvini. Un governo che grazie all’inconcludenza di Conte e dei 5Stelle ha visto la Lega assorbire la metà dei voti dei Grillini nel giro di un anno. Questo il percorso iniziale. Conte premier per caso, costantemente in preda a Salvini. Solo per colpa dell’arroganza di Salvini e del merito di Renzi il primo Governo Conte è terminato. Grazie alla mossa inaspettata di Renzi, i 5Stelle e soprattutto Conte sono rimasti al Governo.

Il Movimento, diventato partito di governo, ha rinnegato se stesso in ogni suo aspetto fino ad allearsi anche con Berlusconi. Insomma, il Movimento 5Stelle ormai non esiste più. In tutto questo in ogni caso il vero padrone mediatico del Movimento era e rimane fino ad oggi Beppe Grillo. Lo ha sempre dimostrato con i suoi modi grezzi, volgari e a mio avviso qualche volta violenti. Lui e Gianroberto Casaleggio sono stati però gli ideatori di quello che è stato il Movimento. Ora il figlio è uscito per colpa anche di Conte. Ma è successo un evento imprevisto, la pandemia.

Una situazione di emergenza che ha bloccato di fatto il normale sviluppo politico e amministrativo del Paese. Una situazione che però ha fatto crescere in Conte un grande delirio di onnipotenza. Una fase mediatica studiata da Casalino come il peggior istituto Luce di antica memoria. Gestione dell’informazione a reti unificate e gestione della pandemia e delle relative restrizioni in modo paternalistico. Il tutto con un accentramento di poteri e di decisioni contro le normali regole democratiche.

Ecco, questo deve essere stato il momento in cui Conte ha creduto di essere diventato Napoleone. Un illustre sconosciuto che ha creduto di essere diventato Re o Imperatore. E basterebbe rivedere indietro nelle sue assurde dirette Facebook durante la pandemia per ricordare frasi e modi deliranti dei suoi interventi. Conte che concedeva la libertà ai cittadini. Lui che permetteva agli italiani di spostarsi o meno. Tutto questo deve sicuramente avergli dato un pochino alla testa, assecondato dal prode Casalino e dai tanti like sui social. Una farsa pazzesca che stava scontrandosi con la dura realtà della pandemia.

Insomma, serviva una forza coraggiosa per intervenire e porre un gran freno. Per questo motivo il discorso di ieri di Conte contro Grillo faceva ridere e a mio parere era pieno di balle colossali. Un Conte asserragliato nel suo Palazzo di Corte da dove cercava mercenari per difendere la sua poltrona di Premier-Imperatore. Un Conte che provava con tutti i mezzi, forse anche i servizi segreti, ad ottenere la garanzia di rimanere al suo posto. Per questo ieri ha mentito quando ha detto di essere uno dei maggiori promotori del Governo Draghi. Falsità per me oggettive. Ma ciò che fa ancor più ridere è un altro aspetto fondamentale.

Si è talmente montato la testa che pensa di voler anche fare il padrone in un Movimento non suo. Un Movimento di certo ormai dilaniato ma grazie al quale ha fatto il Premier. Un Movimento grazie al quale è rimasto al governo per tre anni. Per questo fa ridere. Per questo quando dice di non voler fare il prestanome di Grillo è ridicolo. Lo ha fatto dal 2018. Ma soprattutto Conte chi pensa di rappresentare, se non se stesso e Casalino – pagato con i soldi pubblici presi dal Movimento? Ecco, questa la realtà.

Forse in tutto questo l’unica coerenza potrebbe averla per una volta Grillo e usare la risposta più semplice che meriterebbe un personaggio del genere, ossia un bel vaff… Ma è evidente che ormai qualunque cosa accada sarà per mero interesse personale. Il Movimento 5Stelle non esiste più. Ieri Conte lo ha certificato. Manca solo il vaffa di Grillo.

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