La cantante emiliana è stata ospite della terza serata del festival letterario salentino che si è tenuta lunedì 28 giugno a Parabita, nella suggestiva cornice del cortile del santuario della Madonna della Coltura: intervistata dal suo padre spirituale don Guido Colombo, ha presentato il suo libro "Tra bandiere rosse e acquasantiere", ripercorrendo la sua carriera e svelando aneddoti della sua vita
“I Maneskin ‘Naziskin’? È da quando ho 18 anni che storpio i nomi, non è mica colpa dell’età!”. Orietta Berti show al Salento Book Festival. La cantante emiliana è stata ospite della terza serata del festival letterario salentino che si è tenuta lunedì 28 giugno a Parabita, nella suggestiva cornice del cortile del santuario della Madonna della Coltura: intervistata dal suo padre spirituale don Guido Colombo, ha presentato il suo libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere“, ripercorrendo la sua carriera e svelando aneddoti della sua vita. Come questo sul suo incontro con il Dalai Lama: “Lui era a Milano per un evento e io dovevo intervistarlo per Fabio Fazio, durante un collegamento in diretta per Che Tempo Che Fa. Mi avvicino e il suo assistente mi dice che è ormai tardi e che non c’è tempo per l’intervista. Inaspettatamente però, il Dalai Lama in persona mi guarda e dice: “Le esce una luce dalla testa, voglio parlare con lei”. Al che io gli rispondo: ‘Sono le meches, le ho fatte ai capelli’. ‘Questo è meglio che non glielo traduco – è stata la risposta del suo assistente – sennò non la fa più la sua intervista’. Insomma, è stato così che ho portato il Dalai Lama da Fazio”.
Orietta Berti ha poi commentato con entusiasmo la notizia, fresca di giornata, che “Mille” – il suo tormentone estivo con Achille Lauro e Fedez – è Disco di Platino: “Per forza abbiamo vinto, siamo in tre“, ha detto tra le risate. “È stato bello perché quando Fedez mi ha fatto sentire il pezzo per la prima volta, io gliel’ho mandato cantando in una nota vocale sul telefonino e lui subito mi ha invitato a Milano per fare il provino. Io però non avevo smania di andare e così gli ho detto ‘sì, vengo tra cinque o sei giorni quando già devo andare da Enrico Papi’. Alla fine sono andata lì ed è andato tutto bene. Poi Fedez mi ha richiamato per tornare in studio: va bene, gli ho detto, però vengo martedì prossimo quando devo tornare da Papi così faccio un viaggio solo. Una volta lì, mi hanno detto che anche Achille Lauro voleva cantare con noi e mi hanno chiesto se mi dispiaceva: ‘No, è un terno al lotto quello lì’, gli ho risposto io. E così l’abbiamo fatta. Ma io non mi monto mica la testa, a settembre torno a fare il mio cofanetto“.
“Anche quando mi hanno fatto sentire per la prima volta “Finché la barca va“, gli autori mi dissero: ‘Orietta ti piace?’ Io risposi di no e loro subito commentarono: ‘Allora sarà un grande successo perché tutte le cose che rifiuti diventano subito dei successi’“. Poi ancora, la cantante era un fiume in piena: “Le canzoni di adesso sono praticamente tutte parlate, hanno anche dei testi molto belli, ma per andare dietro alla ritmica devi essere un musicista, non è facile o superficiale quello che fanno i rapper o i giovani cantanti di oggi, quelli amati dai giovanissimi. Sono davvero bravi. Io porto avanti la melodia perché è la vera musica italiana: è classica, non è vecchia”.