Da inizio anno, rincara il Cer, nel Bolognese e in Romagna le piogge si sono dimezzate: 170 millimetri, per una pluviometria inferiore di almeno il 40% rispetto ad Haifa, in Israele. È il secondo anno più siccitoso di sempre, superato solo dal 2020 quando le piogge si fermarono a 152 millimetri
La siccità sta prosciugando il Po e, di conseguenza, soffre l’agricoltura di tutta la valle. Le piogge assenti e le temperature già alte hanno fato scattare l’allarme dell’Autorità Distrettuale del fiume Po e dal Canale Emiliano Romagnolo (Cer). A giugno, spiegano dall’Autorità, in Emilia-Romagna sono caduti 20 millimetri di precipitazioni contro una media di 48 negli ultimi 20 anni.
Da inizio anno, rincara il Cer, nel Bolognese e in Romagna le piogge si sono dimezzate: 170 millimetri, per una pluviometria inferiore di almeno il 40% rispetto ad Haifa, in Israele. È il secondo anno più siccitoso di sempre, superato solo dal 2020 quando le piogge si fermarono a 152 millimetri. In generale il crollo delle portate è del 30%. In Romagna, dove non piove da 40 giorni, scorre solo l’acqua del Canale Emiliano Romagnolo, i cui 135 chilometri sono serviti dalle pompe idrovore in funzione sul Po per alimentare i Consorzi di bonifica associati per l’agricoltura, i potabilizzatori di Romagna Acque ed Hera Imola, il termovalorizzatore Hera di Bologna, l’industria e oltre 4mila ettari di zone umide.
Inoltre si registrano perdite produttive sugli ortaggi e anche sulle colture poco idroesigenti a causa dell’aumento delle temperature: l’Autorità distrettuale rileva massime di 32-34 gradi, 1-3 gradi sopra la media degli ultimi vent’anni. Oltre al Po soffrono tutti i sottobacini, col torrente Enza ai minimi storici. Tra le zone del Distretto padano più colpite da siccità ci sono il Basso Piemonte – Biellese, Astigiano e Cuneese – e Torino. Monitorate Romagna e zone del Delta (Ferrara e Rovigo) per possibili criticità generabili dall’intrusione del cuneo salino. Sotto osservazione Piacentino e Parmense, mentre in Lombardia la riserva idrica è calata dell’8,5% in una settimana. “Per noi questo scenario rappresenta una grandissima responsabilità perché anche solo un giorno di sospensione del nostro funzionamento porterebbe a gravi danni alle colture, all’ambiente e non solo“, commenta il presidente del Cer, Nicola Dalmonte. Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del fiume Po, avverte: “Siamo solo all’inizio di quella che si preannuncia come un’estate torrida e lunga, la cui situazione climatica può arrecare preoccupazioni all’intero Bacino Padano”.